Energia, il Prof. De Santoli: “L’Italia insiste sul fossile”

Il prorettore alla Sostenibilità dell’Università La Sapienza: “Il Pnacc e il Pniec lasciano molto a desiderare, attendiamo ancora che questo governo si svegli”.

La politica energetica del governo Meloni bocciata dal professor Livio De Santoli. Il prorettore alla Sostenibilità dell’Università La Sapienza di Roma si dice molto pessimista sulla direzione che sta prendendo l’Italia, criticando anche sia la stesura del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc), sia quella del Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec). Quest’ultimo, tra l’altro, entro l’estate andrà riconsegnato alla Commissione europea che lo aveva inizialmente bocciato proprio a causa della bassa ambizione climatica.

Mi sembra che tutti i segnali diano la stessa indicazione: stiamo andando sempre più verso la fonte fossile. Le rinnovabili restano solo a parole, i numeri sono scarsi e dobbiamo raddoppiare, forse anche più che raddoppiare, la quota di rinnovabili installate all’anno solo per raggiungere gli obiettivi del 2030. Senza dimenticare che ci sono quelli del 2050” – il punto del Prof. De Santoli – “Abbiamo un Pnacc all’interno del quale mancano le cifre, gli obiettivi e i finanziamenti. Suggerisco di lavorare subito, nel prossimo mese, per presentare un serio piano di finanziamento nel prossimo Def“.

Il Pniec è stato bocciato dall’Europa in modo imbarazzante, perché non ci sono gli obiettivi, le riduzioni di emissioni sono troppo blande, le rinnovabili non sono quello che dovrebbero essere, e così via” – ha aggiunto il professor Livio De Santoli – “Inoltre, il Decreto Energia dice che la soluzione per la nostra sicurezza energetica è l’esplorazione nel Mar Adriatico. Non ci siamo, non credo che questo sia il senso di quel Ministero. Attendiamo ancora che questo governo si svegli“.