La commissione europea ha fatto sapere che intende raccogliere il tesoretto tassando le aziende produttrici di energia da fonti quali nucleare, rinnovabili e lignite e tramite un contributo straordinario di solidarietà dalle aziende di combustibili fossili

Per combattere la crisi energetica bisogna lavorare su più fronti e l’Unione europea è pronta a farlo con un piano che – ha assicurato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen – porterebbe nelle casse dell’Ue (e quindi dei Paesi membri) ben 140 miliardi di euro.

Una cifra niente male che, spiegano da Bruxelles, aiuterebbe chi nel Vecchio Continente ne ha più bisogno. Ma da dove proviene questo tesoretto? Dai cosiddetti extraprofitti generati dalle compagnie energetiche.

Secondo un sistema in vigore da diversi anni, il prezzo dell’energia elettrica è legato al prezzo del gas. Più è alto quest’ultimo, più cara sarà la bolletta dell’energia. Questo per un motivo piuttosto semplice: il gas è la fonte principale con cui si produce elettricità in Europa. Ma prezzi così alti dell’elettricità hanno permesso alle compagnie che la producono con altre fonti (rinnovabili, nucleare, carbone, lignite) di generare dei profitti assai più alti di quelli generati in passato. Perché per loro i costi di produzione sono rimasti gli stessi ma gli incassi sono aumentati a dismisura.

Eccoli qui i famosi extraprofitti, tassati mesi fa dal governo italiano e che oggi, invece, sono al centro dell’interesse dell’Unione europea. La presidente von der Leyen durante il suo discorso sullo Stato dell’Unione ha dichiarato che sebbene in un mercato libero come quello europeo i profitti sono cosa buona e giusta, quelli generati grazie a una guerra come quella in atto in Ucraina devono essere redistribuiti tra chi sta pagando il prezzo più alto della crisi energetica.

L’Ue, dunque, vuole fissare un tetto ai profitti che le aziende produttrici di energia possono incassare: si parla di 180 euro per megawattora, meno della metà del prezzo attuale. A questo dovrebbe aggiungersi un “contributo di solidarietà temporaneo” da parte delle società di combustibili fossili che guadagnano oltre il 20% in più rispetto alla loro media negli ultimi tre anni. La somma delle due misure, dicono i tecnici di Bruxelles, porterebbe nelle casse dell’Unione quei 140 miliardi di euro necessari ad aiutare famiglie e imprese vessate dal caro bollette.