Energia, Confagricoltura: “Rincari insostenibili anche per le imprese agricole umbre”

Presidente Rossi (Confagricoltura Umbria): “Numerose le segnalazioni di difficoltà che ci arrivano quotidianamente. Necessaria una risposta europea per ridurre i costi a famiglie e aziende”

I costi di produzione dell’agricoltura, nei soli primi tre mesi di quest’anno, rispetto allo stesso periodo del 2021, sono aumentati di oltre il 18%, questo è il quadro che emerge dai dati diffusi da Ismea. Le imprese agricole, secondo la Giunta esecutiva di Confagricoltura, non sono assolutamente in grado di assorbire ulteriori aumenti dei costi energetici.

“Anche in Umbria dalle numerose segnalazioni che arrivano all’associazione – ha affermato il presidente di Confagricoltura Umbria Fabio Rossi a TeleAmbientec’è forte preoccupazione per le imprese del territorio, sempre più in difficoltà. Senza il blocco del prezzo del gas a livello europeo e il varo di nuove misure a supporto della liquidità – ha aggiunto ancora Rossi – c’è il rischio imminente che anche un elevato numero di imprenditori umbri del nostro settore sia costretto a sospendere o a ridurre l’attività produttiva”.

Di conseguenza, come evidenzia Confagricoltura, calerebbero le forniture ai mercati e alle industrie di trasformazione, a vantaggio delle importazioni da Paesi in cui i costi energetici sono inferiori.
La Giunta di Confagricoltura ha anche esaminato le decisioni, annunciate dal governo tedesco, che prevedono la fissazione di un tetto sul prezzo del gas a livello nazionale e uno stanziamento pubblico di 200 miliardi di euro a sostegno di famiglie e aziende.

“Le decisioni unilaterali degli Stati membri determinano una vera e propria distorsione di concorrenza tra le imprese. Il regolare funzionamento del mercato unico non può dipendere dalla capacità di spesa dei bilanci statali” ha sottolineato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. “Il sostegno alle imprese – ha proseguito – deve essere attuato a livello europeo, riproponendo le misure comuni già attuate durante la pandemia a tutela dell’occupazione (con il programma SURE), oppure, autorizzando gli Stati membri ad utilizzare, per la riduzione dei costi energetici, una parte dei fondi già assegnati dall’Ue per altre finalità, ma non ancora impegnati”.

Nonostante l’intensità della crisi in atto – fa notare infine la Giunta confederale – l’Unione europea ha mantenuto invariati gli stanziamenti all’agricoltura. Non solo, ma dal prossimo anno subiranno una progressiva riduzione del 15% in termini reali.