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Per affrontare le emergenze la futura presidente del Consiglio ha le idee chiare, ma gli alleati di Lega e Forza Italia non condividono alcuni aspetti del Governo che sarà.

Energia e bollette, la presidente del Consiglio ‘in pectore’ Giorgia Meloni ha le idee chiare sul da farsi. Già ieri, la leader di Fratelli d’Italia aveva evidenziato la necessità di intervenire sugli extraprofitti delle aziende, che con il caro-energia hanno visto aumentare le loro entrate a livelli inimmaginabili fino alla vigilia della guerra in Ucraina. “La priorità è fermare la speculazione sul gas. Continuare all’infinito a compensare il costo delle bollette regalando soldi a chi si sta arricchendo sulle spalle di cittadini e imprese, sarebbe un errore“, aveva scritto su Twitter Giorgia Meloni.

 

Le mosse per il caro-energia

I tempi sono incerti, perché prima delle consultazioni per la formazione del Governo occorre attendere che, dal 13 ottobre, Camera e Senato eleggano i rispettivi presidenti. L’intenzione di Giorgia Meloni è però varare un primo decreto per contenere il caro-bollette. Sul piatto verrebbe messa una cifra tra i 10 e i 25 miliardi, di cui una decina grazie all’eredità del Governo Draghi, altri dieci dalle maggiori entrate tributarie degli ultimi mesi (specialmente dall’Iva per via dell’inflazione) e altri cinque miliardi che la coalizione vincente alle elezioni vorrebbe ottenere tassando gli extraprofitti.

Il bonus da 150 euro

Per il caro-energia, la linea del futuro Governo seguirà quella dell’Esecutivo guidato da Mario Draghi. Ci sarà un tesoretto da circa 4,7 miliardi per rinnovare il credito di imposta fino a dicembre per le imprese energivore (tra cui anche ristoranti e bar), altri tre miliardi per il bonus da 150 euro per circa 20 milioni di lavoratori e pensionati (autonomi compresi e con un reddito non superiore ai 20mila euro) e altri due miliardi per prorogare fino a fine anno lo sconto sulle accise del carburante di 30,5 centesimi.

L’ipotesi moratoria

Non è da escludere anche una moratoria per le bollette non pagate da famiglie e imprese da almeno sei mesi, con la garanzia di evitare distacchi di elettricità e gas. E neanche l’allargamento del fondo Sace alle piccole imprese di fornitori di energia, alle prese con l’insostenibilità dei costi con l’aumento dei clienti insolventi.

Scontro sui tecnici?

Intanto, in seno alla maggioranza, si registra un acceso dibattito sulla composizione del Governo che sarà. Mentre continua il totoministri, Giorgia Meloni vorrebbe inserire un certo numero di tecnici: secondo La Repubblica, fino a 12 su un totale di una ventina di Ministeri. Le ragioni della leader di Fratelli d’Italia vanno ricercate nella situazione delicata e complessa causata dal caro-energia, con tutte le conseguenze economiche e sociali che ne derivano. La posizione di Meloni, quella di inserire tecnici di area ma senza tessere di partito, non sarebbe però da Lega e Forza Italia. Questo secondo le ultime indiscrezioni, anche se una posizione ufficiale è arrivata con le dichiarazioni di Antonio Tajani. “Questo dovrà essere un Governo politico, con tanti ministri politici. Se c’è qualche tecnico, non è un problema ed è la qualità che conta. Il centrodestra è coeso e non vedo grandi difficoltà, troveremo la soluzione giusta“, ha spiegato il coordinatore di Forza Italia.

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