Home Clima Elezioni USA, cos’è il Project 2025 e cosa c’entrano i cambiamenti climatici?

Elezioni USA, cos’è il Project 2025 e cosa c’entrano i cambiamenti climatici?

Elezioni USA, cos'è il Project 2025 e cosa c'entrano i cambiamenti climatici

I cambiamenti climatici sono un tema di dibattito anche negli Stati Uniti d’America dove a novembre si eleggerà il nuovo presidente. Oltreoceano si parla spesso del contenuto del cosiddetto Project 2025 che vuole portare a una deregolamentazione anche in ambito ambientale e climatico qualora a vincere le elezioni fosse Donald Trump. Ma cos’è questo Project 2025 e cosa c’entra la crisi climatica? 

In un mondo alle prese con il clima che cambia e con eventi meteo estremi sempre più frequenti, gli Stati Uniti d’America potrebbero fare il più clamoroso passo indietro della storia nella lotta alla crisi climatica. 

Almeno è quello che si augura un gruppo di conservatori che spera nella vittoria di Donald Trump su Kamala Harris per poter attuare il cosiddetto “Project 2025” che prevede una lunga serie di deregolamentazioni (anche) in materia climatica e ambientale.

Per capire quanto questo scenario sia probabile e cosa bisognerebbe aspettarsi se Trump dovesse davvero tornare nello Studio Ovale bisogna fare un passo indietro e chiedersi: cos’è davvero il Project 2025?

Cos’è il Project 2025?

Project 2025 è un piano di politiche pubbliche elaborato da alcune organizzazioni conservatrici americane guidate dalla Heritage Foundation.

La Heritage Foundation è uno dei think tank più influenti del movimento conservatore americano formato da esperti in diversi campi.

Il piano ha l’obiettivo generale di disegnare una “nuova America”. In che modo? Plasmando un nuovo governo federale nel caso in cui un presidente repubblicano (il riferimento indiretto è a Donald Trump) venga eletto nelle elezioni del novembre del 2024.

Una nuova forma di governo che si basa su un assunto principale: smantellare molte delle regolamentazioni introdotte sotto le amministrazioni democratiche con lo scopo di assegnare più poteri al presidente.

Si tratta di una visione a dir poco radicale dalla quale addirittura lo stesso Donald Trump ha sentito il bisogno di prendere in parte le distanze.

Il Project 2025 prevede tra le altre cose: direzione da parte del presidente Usa di tutti gli uffici federali tra cui l’FBI e il dipartimento di giustizia; la rimozione di gran parte degli attuali dipendenti del governo federale per sostituirli con nuovi dipendenti che siano fedeli al presidente; smantellamento del Dipartimento dell’Educazione; finanziamento al muro tra Usa e Messico; cancellazione di termini quali “orientamento sessuale” dalle norme federali. Fino all’abolizione della Federal Reserve che è la banca centrale Usa.

Ma tra le tante questioni toccate dal Project 2025 c’è, chiaramente, quella ambientale e climatica.

La questione climatica nel Project 2025

Che Donald Trump e gli attuali leader del Partito Repubblicano statunitense non fossero i principali alleati nella lotta mondiale ai cambiamenti climatici è un fatto piuttosto noto. Basti pensare che l’ex presidente nel novembre del 2020 aveva portato gli Stati Uniti fuori dall’Accordo di Parigi sul clima. Quell’accordo, cioè, firmato da quasi tutti gli stati del mondo nel 2015 in cui i governi si impegnavano a mantenere le temperature globali entro la quota +1,5°C.

Il suo successore Joe Biden non solo aveva riportato gli Stati Uniti nell’accordo ma aveva anche spinto verso un impegno maggiore di Washington verso la decarbonizzazione. 

Ebbene, uno degli obiettivi principali del Project 2025, manco a dirlo, è proprio lo smantellamento di tutto quanto fatto dall’amministrazione Biden in questi quattro anni sul fronte climatico e ambientale.

In particolare il progetto di deregolamentazione ambientale e climatica prevede:

  1. Espansione dei combustibili fossili.
    Il progetto punta a sfruttare al massimo le risorse energetiche nazionali, come petrolio, gas e carbone. Nonostante si tratti delle fonti che, pompando gas serra nell’atmosfera, provocano il cambiamento climatico. Nello specifico il progetto si propone di aumentare le trivellazioni su terreni e acque pubbliche, sia a terra che in mare, e di ridurre la supervisione ambientale sui progetti energetici.​
  2. Riduzione delle iniziative per l’energia pulita.
    Project 2025 suggerisce di tagliare i fondi a iniziative come l’Office of Clean Energy Demonstrations e altri programmi per la promozione delle tecnologie energetiche pulite, limitando così il progresso verso la decarbonizzazione​.
  3. Indebolimento dell’EPA e della ricerca climatica.
    Il progetto prevede una riduzione significativa delle funzioni dell’Environmental Protection Agency (EPA), limitandone la capacità di regolamentare le emissioni di gas serra e altre sostanze inquinanti. Si propone inoltre di revocare l’Endangerment Finding, che rappresenta il fondamento legale per la regolazione delle emissioni di CO2 negli Stati Uniti, e di ridimensionare l’NOAA, l’agenzia che si occupa di ricerca climatica​.
  4. Annullamento delle leggi sul clima.
    Un obiettivo fondamentale di Project 2025 è la cancellazione di leggi come l’Inflation Reduction Act che ha destinato ingenti risorse agli investimenti in infrastrutture per l’energia pulita e alla riduzione delle emissioni. Ciò comprometterebbe l’impegno degli Stati Uniti a ridurre le proprie emissioni di gas serra del 50% entro il 2030, come richiesto dall’Accordo di Parigi​.

Project 2025 e deregulation climatica, quanto è reale il pericolo? 

Come accennato, lo stesso candidato repubblicano Donald Trump ha preso le distanze dal documento sulla cui stesura il miliardario e il suo staff non hanno avuto alcun ruolo.

Eppure una gran parte delle indicazioni contenute nel Project 2025 in materia ambientale rientra perfettamente nella visione di The Donald.

Il problema, dunque, non è cosa accadrebbe qualora il Project 2025 venisse attuato in toto (fatto assai improbabile) nel caso di una vittoria di Donald Trump ma quanto di ciò che viene espresso in quel documento è parte della visione politica del movimento conservatore americano.

La risposta a questa domanda non sembra affatto incoraggiante. Della Heritage Foundation, il think tank che ha redatto il progetto, fanno parte personalità come Paul Dans Russell Vought, che non solo rivestono ruoli di spicco nel Partito Repubblicano ma che nell’amministrazione Trump hanno lavorato a stretto contatto con l’allora presidente.

Insomma, una deregolamentazione sui temi ambientali e climatici nel caso di una vittoria di Donald Trump alle prossime elezioni statunitensi è tutt’altro che impossibile.

In tal caso, con la più grande economia mondiali fuori dai giochi della lotta alla crisi climatica, verrebbero meno tante delle decisioni prese all’unisono dai governi mondiali nei consessi internazionali. L’intero impianto delle politiche climatiche internazionali dunque potrebbe essere rivisto.