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Ambiente ed energia, i punti principali del programma del Pd

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In vista delle elezioni politiche del 25 settembre, le proposte dei ‘dem’ su alcuni temi cruciali.

Elezioni politiche, i punti principali del programma del Pd su ambiente ed energia. Il tema ambientale sembra essere uno dei pilastri delle proposte del partito guidato da Enrico Letta, in particolare per quanto riguarda lo sviluppo sostenibile, la transizione ecologica e quella digitale. La priorità è la lotta al cambiamento climatico che coinvolga tutta la società e non solo i singoli attori economici, con la transizione ecologica che i ‘dem’ vedono come un’opportunità oltre che una sfida.

Pd: “Impossibile rallentare sulla transizione”

Rallentare sul fronte della transizione ambientale non è un’opzione, significherebbe accettare impotenti l’aumento di eventi estremi e catastrofi ambientali. Oltre che trasformare tante aree d’Italia in posti invivibili e condannare all’arretratezza tantissime imprese che già oggi soffrono i danni del cambiamento climatico o la concorrenza di Paesi più avanzati sul fronte dell’innovazione verde” – la posizione del Pd – “Il pacchetto europeo FitFor55 ha indicato chiaramente qual è il percorso per raggiungere la neutralità climatica. Dobbiamo fissare obiettivi climatici realistici, ma ambiziosi, con strumenti che garantiscano una transizione socialmente equa e il rafforzamento dell’industria“.

Pd: “La sfida climatica e la cooperazione internazionale”

Il Pd guarda anche a ciò che accade al di fuori dell’Italia nell’ambito della sfida climatica. Ricordando risultati come l’Accordo di Parigi, i ‘dem’ hanno salutato con favore l’Inflation Reduction Act voluto da Joe Biden, che prevede investimenti di oltre 370 miliardi di dollari per tagliare del 40% le emissioni di gas serra negli Usa entro il 2030. Il Partito Democratico ricorda anche che la cooperazione ambientale internazionale non può attendere impegni da parte di altri, ma ha bisogno di scelte decise, anche autonome, che cambino la prospettiva e incoraggino al cambiamento. “Un dovere che spetta in primis all’Europa: deve assumere la leadership di questi cambiamenti” – la posizione del Pd – “Solo una forza politica aperta ai valori del multilateralismo e della cooperazione può portare avanti, anche in Italia, una vera agenda per la transizione ecologica“.

Pd: “Ricerca e innovazione contro il caro energia”

Le proposte del Pd riguardano anche il tessuto produttivo e sociale dell’Italia. “Vogliamo rafforzare il grande potenziale delle nostre imprese, comprese quelle più piccole e le start-up innovative. Servono misure di sostegno e semplificazione che favoriscano la ‘transizione 4.0’, coniugando innovazione, concorrenza e sostenibilità” – spiegano i ‘dem’ – “Per superare inefficienza e bassa produttività, vogliamo investire nella ricerca e nell’innovazione, intervenire sulla riduzione dei costi energetici di famiglie e imprese, dare una spinta decisiva alle rinnovabili. La cura del territorio passa anche dalla valorizzazione delle aree protette e dalla tutela della biodiversità“.

Il Pd e le politiche dell’agenda Draghi

Il Pd vuole proseguire la cosiddetta ‘agenda Draghi‘ investendo su infrastrutture e mobilità sostenibile. Ma anche introducendo piani contro la siccità e di potenziamento di settori come agricoltura, allevamento e pesca. Sul piano fiscale, si punta su equità e progressività, con incentivi per la transizione ecologica e digitale, favorendo l’accesso a reti di connettività a banda ultra-larga e un miglioramento di competenze e servizi digitali (a cominciare dalla Pa). Grande importanza viene data anche al Terzo settore e al protagonismo civico: “Vogliamo essere portatori di una visione complessiva, capace di valorizzare la persona all’interno della società“.

Il Pd e l’occasione del Pnrr

Tra gli obiettivi del Pd, anche il rilancio della “visione strategica dell’intervento pubblico in ambiti di fallimento di mercato, esposti all’esercizio di monopoli, abusi di posizione dominante e di cartelli, anche su scala globale“. Per il Pd, raggiungere questi obiettivi non può prescindere dal Pnrr e dal percorso di riforme che si è interrotto con la caduta del Governo Draghi. “L’Italia attende da tempo tante riforme (Fisco, Giustizia, Pubblica Amministrazione e Concorrenza) che vanno portate a termine, così come gli investimenti del Pnrr” – spiega il Partito Democratico – “Vogliamo sostenere imprese e lavoratori, con la transizione verde e digitale che deve essere il principale volano per una crescita duratura e sostenibile per tutte e tutti“.

Caro energia, le cinque proposte di Letta

Per quanto riguarda il caro energia, il segretario ‘dem’ Enrico Letta ha proposto un pacchetto in cinque punti per affrontarlo. “Al primo punto il controllo dei prezzi dell’energia elettrica, con la fissazione per un anno di un tetto nazionale di 100 euro/Mwh per imprese e utenze domestiche” – ha spiegato Letta in un’intervista a Radio 24 – “Al secondo, un nuovo contratto ‘luce sociale’ per microimprese e famiglie con redditi medi e bassi con fornitura elettrica prodotta totalmente da rinnovabili e gratuita fino a 1.350 KWh/anno per famiglia, con prezzi calmierati per la parte eccedente“.
E ancora: “Raddoppiare il credito d’imposta per compensare per gli extra-costi delle imprese per gas e elettricità a partire dal mese di giugno di quest’anno (dal 25 al 50 per cento per le imprese energivore e gasivore; dal 15 al 30 per cento per le altre imprese), da finanziare con la proroga e l’estensione ad altri settori del contributo straordinario sugli extra profitti delle imprese energetiche“.
Al quarto punto, un grande piano nazionale di risparmio energetico, incentivando investimenti delle imprese in efficienza energetica e sulla produzione di energia da fonti rinnovabili” – ha proseguito Letta – “Infine, pressioni a livello Ue per introdurre un tetto europeo al prezzo del gas“.

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