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Elezioni europee, caos scrutinio a Roma: cosa è successo

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Lo scandalo delle schede portate alla Fiera di Roma e dei computer acquistati ieri, con tanto di denuncia da parte di Ignazio Marino. Lo scrutinio (con i voti di preferenza) terminato solo poco fa.

Elezioni europee, è caos scrutinio a Roma: solo nella tarda mattinata di martedì 11 giugno, si è concluso lo spoglio delle schede dopo i clamorosi ritardi e disservizi della giornata di ieri. Nonostante la chiusura dei seggi alle 23 di domenica 9 giugno, c’è stato un clamoroso ritardo nella Capitale, apparentemente a causa di un guasto al sistema informatico che ha impedito di calcolare e comunicare al Viminale i dati definitivi delle elezioni.

Il primo a denunciare l’accaduto è stato Ignazio Marino, ex sindaco di Roma e capolista nella circoscrizione Centro per Alleanza Verdi-Sinistra. Le ragioni appaiono a dir poco surreali. “Sono trascorse oltre 17 ore dalla chiusura delle urne, tutte le città italiane hanno comunicato i dati al Viminale e Roma no, apparentemente per aver utilizzato un sistema informatico mai collaudato. Alla fine hanno trasferito tutti gli scatoloni in un grande padiglione alla Fiera di Roma” – aveva spiegato Marino nel pomeriggio di lunedì 10 giugno – “Siccome i lavoratori che avevano controllato le schede nella notte sono andati a riposare, il sindaco, avvertito da me, ha convocato una riunione d’urgenza. Sembra che ora arriverà più personale e hanno acquistato nuovi computer che abbiamo appena visto arrivare negli scatoloni e tra poco potranno essere funzionanti“.

Questa è la Capitale d’Italia e queste sono le condizioni di sorveglianza rispetto all’anima della democrazia: le schede degli elettori” – l’amaro commento di Ignazio Marino – “Diciamo che forse c’è ancora qualcosa da mettere a punto“.
Molto critici anche sindacati come Fp Cgil Roma Lazio e Uil Fpl Roma Lazio: “Un disastro senza precedenti, il personale coinvolto nelle elezioni è stato letteralmente sequestrato, dovendo rimanere ai seggi fino a tarda notte in quanto non era possibile inserire i risultati dello spoglio per un problema tecnico al sistema informatico. Hanno dovuto attendere la risoluzione del problema“.

C’è ora da capire cosa abbia causato il grave intoppo a Roma. Al termine del voto, lo spoglio è avvenuto regolarmente e si è proceduto a trasmettere i dati nel sistema digitale che poi li inoltra al Viminale. Ad un certo punto, dopo le prime 800 sezioni su 2.599, il sistema è andato in crash. Si è provato a riavviarlo più volte, ma senza risolvere il problema ed è così che alla Fiera di Roma sono state attivate altre 100 postazioni digitali (con i nuovi computer) oltre alle 60 già attive, e l’operazione era ripartita, seppur lentamente, dalla mattina di lunedì. L’inserimento dei voti di lista era già ultimato nel pomeriggio, ma il ritardo si era accumulato sulle preferenze. E non sono mancati altri problemi: su 78 sezioni, infatti, i dati appaiono “manifestamente incongruenti“, come ha spiegato Andrea Catarci, assessore alle Politiche del personale di Roma Capitale. In particolare: più voti dei votanti, verbali consegnati in bianco e altre informazioni che non possono essere inserite nel sistema e per il cui riconteggio probabilmente interverrà l’Autorità Giudiziaria.

Andrea Catarci ha poi spiegato: “Il problema è da ricondurre a un bug del sistema digitale, ci scusiamo per i disagi e ci impegniamo ad approfondire le responsabilità dell’accaduto“.
E mentre le opposizioni insorgono, il sindaco Roberto Gualtieri è furibondo: “Lo scrutinio c’è stato, ci sono le firme e i dati sono stati inviati al Tribunale, ma c’è stato un grave problema informatico al sistema che doveva trasmettere i dati al Viminale. L’immissione sta avvenendo in queste ore per le preferenze, ho disposto verifiche interne e sarò severissimo“.

Lo scrutino delle ultime 78 sezioni mancanti a Roma si è concluso solo nella tarda mattinata di martedì, con la trasmissione dei voti di preferenza. “Sulle sezioni con incongruenze, Comune e Ministero rimandano alla verifica dell’ufficio centrale di Tribunale che si insedia oggi” – ha spiegato Andrea Catarci – “La presenza di verbali con aspetti di incongruenza, e quindi chiusi a zero, non ha collegamenti con il bug informatico che ha bloccato il sistema nella notte tra domenica e lunedì, e che ha consentito di riprendere i lavori ieri mattina alle 7 alla Fiera di Roma“.

Comunque andrà a finire, non si placheranno le polemiche. L’immagine degli scatoloni con le schede ammassati all’interno di un padiglione della Fiera di Roma è l’ennesima vergogna per una Capitale europea. E il fatto potrebbe avere un certo peso, dal momento che le 78 sezioni di Roma potrebbero essere decisive per la corsa sul filo di lana tra due esponenti del Pd, il giornalista Marco Tarquinio e l’ex deputata marchigiana Alessia Morani. Tarquinio appare in leggero vantaggio grazie ad una clamorosa rimonta proprio nel territorio romano, dove il giornalista risiede da oltre 35 anni.