L’efficientamento energetico degli edifici è al centro del progetto REHOUSE: tecnologie innovative e coinvolgimento attivo degli inquilini per rispondere alle sfide della Direttiva Case Green in Italia.
L’efficientamento energetico degli edifici è una delle modalità con cui si può combattere la crisi climatica causata dall’utilizzo di combustibili fossili come petrolio, gas e carbone.
Un tema molto importante soprattutto alla luce della cosiddetta Direttiva europea Case Green con la quale l’Unione europea ha imposto ai proprietari di immobili residenziali del Vecchio Continente – compresa l’Italia – di rendere gli edifici residenziali più efficienti dal punto di vista energetico.
La norma europea e le necessità legate alla crisi climatica ci impongono di studiare, analizzare, sperimentare anche nell’ambito dell’efficientamento energetico degli edifici.
E a farlo, qui in Italia, è anche ENEA – l’Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile – uno dei partner del progetto REHOUSE. Di cosa si tratta?
Efficientamento energetico col progetto REHOUSE
“REHOUSE è un progetto di ricerca – ha spiegato a TeleAmbiente Monica Misceo, responsabile del progetto presso il Laboratorio Progetti e buone pratiche per l’efficientamento energetico degli Edifici – che prevede la riqualificazione di quattro palazzine in quattro Paesi europei: Francia, Ungheria, Italia e Grecia. Gli interventi riguardano due tipologie di edifici, case popolari e dormitori pubblici per studenti, con l’obiettivo di dimostrare l’efficacia di tecnologie energetiche altamente innovative in contesti reali. L’elemento centrale del progetto è proprio questo: portare soluzioni tecnologiche avanzate, che non sono ancora sul mercato, su edifici concreti per promuovere la riqualificazione energetica”.
L’Italia dunque è tra i paesi protagonisti, ma in cosa consiste esattamente il progetto italiano?
“In Italia – ha proseguito Misceo – l’edificio dimostratore selezionato è una palazzina di edilizia popolare situata a Margherita di Savoia, in Puglia, nella zona della Capitanata. Si tratta di un immobile di quattro piani, abitato da otto famiglie, alcune delle quali in condizioni di fragilità sociale. Su questo edificio saranno implementate due soluzioni tecnologiche innovative: una dedicata all’involucro e l’altra all’impianto”.
Efficientamento energetico, involucri e impianti innovativi
“Per l’involucro sarà installata una ‘multifacade’, ossia un sistema a più strati con una struttura esterna che sostiene pannelli coibentanti realizzati con materiali naturali a base di canapa, prodotta localmente in Puglia grazie all’impresa Pedone Working. Su questi pannelli sarà poi applicato un impianto fotovoltaico verticale, sviluppato da un’azienda svizzera in collaborazione con l’Università SUPSI di Mendrisio. Questo sistema permetterà di migliorare l’efficienza energetica dell’intero edificio”, ha spiegato in un’intervista a TeleAmbiente la dottoressa Misceo.
“Attualmente ogni abitazione è dotata di una caldaia individuale, ma con l’intervento si passerà a un impianto centralizzato collegato al fotovoltaico. Saranno utilizzate pompe di calore per la climatizzazione e uno storage innovativo a cambiamento di fase, realizzato con materiali naturali, per l’accumulo termico. In questo modo si realizzerà un intervento di riqualificazione profonda che risponde alle indicazioni della nuova Direttiva europea Case Green”, ha aggiunto la dottoressa.
L’aspetto partecipativo del progetto REHOUSE
Già così si potrebbe parlare senz’altro di un progetto innovativo di efficientamento, ma ciò che rende la costola italiana del progetto REHOUSE davvero importante è l’aspetto partecipativo.
“Stiamo coinvolgendo gli inquilini fin dalla fase di progettazione. Il progetto ha una durata complessiva di quattro anni e, trovandoci ora nel terzo anno, è importante sottolineare che il coinvolgimento degli inquilini è iniziato già dal primo anno. Abbiamo organizzato incontri dedicati per spiegare loro cos’è un progetto europeo, quali sono le richieste dell’Europa in termini di transizione energetica, quale ruolo avrebbero avuto nel progetto e, soprattutto, per comprendere le loro esigenze e bisogni abitativi”.
“Grazie a questo dialogo, le nuove tecnologie implementate saranno in grado di rispondere meglio alle loro necessità. Inoltre, questi incontri hanno offerto agli inquilini delle ‘pillole di conoscenza’, spiegando, ad esempio, cos’è un impianto fotovoltaico, come cambierà la loro palazzina e cosa significa passare da un impianto individuale a uno centralizzato“, ha concluso Misceo.