
L’allarme lanciato dalle associazioni di settore: “I costi di produzione hanno già superato i guadagni”
Produrre un chilo di carta costa più di quanto si guadagna a venderla. È uno degli effetti della crisi energetica che ha colpito diversi settori industriali in Italia e in Europa dopo l’invasione ucraina da parte della Russia.
Per questo motivo sempre più cartiere stanno decidendo di chiudere i battenti e mettere in ferie i propri dipendenti in attesa di un miglioramento dei prezzi del gas che però al momento sembra essere lontano.
Intanto, però, la carta mancherà dal mercato e questo metterà in seria difficoltà diverse produzioni. L’allarme è stato lanciato dalle associazioni di categoria (Assocarta, Associazione Italiana Editori – Aie, Associazione Nazionale Editoria di Settore – Anes e la Federazione Carta Grafica): una cartiera italiana su due è stata costretta a sospendere la produzione.
Secondo Assocarta, già a dicembre le cartiere pagavamo il gas utilizzato per il funzionamento degli impianti circa cinque volte in più rispetto al 2020. Ma con l’escalation del conflitto in Ucraina, il costo è mediamente decuplicato, con punte di quindici volte di più.
Contenimento costi #energiaelettrica e #gas naturale, presso le Commissioni riunite #Ambiente e #AttivitàProduttive audizioni di #Unrae, @federmetano, @italia_solare, #Assotir, @CARTGRAF e @ASSOCARTA. Diretta: https://t.co/VcWQQsGLLM #OpenCamera pic.twitter.com/jD1GfXlGCl
— Camera dei deputati (@Montecitorio) March 11, 2022
“Parecchie cartiere hanno deciso di rallentare o fermare momentaneamente la produzione in attesa che passi questo momento di prezzo esagerato del gas – ha spiegato il presidente di Assocarta, Lorenzo Poli, ai microfoni di Radio anch’io su Rai Radio 1 – il gas oggi è libero di fluttuare del 20-30% dalla sera alla mattina, non c’è nessun limite, la speculazione finanziaria può creare qualsiasi bolla e distruggerla nella stessa giornata, è impossibile lavorare così”.
“Abbiamo resistito, anche producendo in perdita – ha aggiunto Poli in un’altra intervista – ma in questi giorni sempre più stabilimenti cartari si stanno fermando e stanno riducendo l’attività. Non ci ha fermato la pandemia, ci sta riuscendo uno shock energetico, a seguito dell’attuale situazione di crisi tra Ucraina e Russia”.
Nelle prossime settimane potrebbero essere a rischio la produzione di libri e giornali ma anche l’intera filiera per la produzione di imballaggi, di carte igieniche sanitarie, di carte medicali.