
Mosca è il terzo produttore mondiale del metallo necessario a costruire le batterie elettriche delle auto
Tra le tante materie prime il cui prezzo è cresciuto esponenzialmente sui mercati a causa della guerra c’è anche il nichel, un metallo necessario alla produzione delle batterie utilizzate nelle auto elettriche.
Il risultato è che l’aumento dei prezzi del metallo e la difficoltà per alcune imprese di trovarlo a causa delle sanzioni economiche alla Russia (che ne è il terzo produttore al mondo), potrebbero portare a un forte rallentamento nella produzione delle auto elettriche.
L’allarme è stato lanciato dal sito specializzato Global Data, secondo cui la guerra in Ucraina e le tensioni tra Russia e occidente minacciano “il sottile equilibrio delle catene di approvvigionamento dei metalli per batterie”.
Prezzi del nichel in crescita e tensioni internazionali – spiega Daniel Clarke, analista di Global Data – “potrebbero avere importanti ripercussioni sugli obiettivi climatici dei Paesi, andando in ultima istanza a compromettere l’adozione delle auto elettriche, cruciale per accelerare il processo di decarbonizzazione”. Questo anche perché “gli extra costi saranno pagati da qualcuno, o dai produttori di veicoli o saranno trasferiti sui clienti”.
Geopolitica del nichel, la Russia guarda alla Cina
Dal punto di vista russo il problema è un altro: dove piazzare il nichel che non è più possibile vendere ai Paesi occidentali. Mosca, secondo gli analisti, potrebbe guardare verso Pechino che avrebbe il vantaggio di acquistare il nichel a basso costo.
Se così fosse, Europa e Usa potrebbero andarsi a rifornire da Indonesia o Filippine, cosa che però, secondo Clarke avrebbe due controindicazioni.
Da una parte, “i produttori di auto assisterebbero a un aumento delle emissioni lungo la propria catena di fornitura”, poiché Indonesia e Filippino sono “spesso impegnati in pratiche dannose per l’ambiente“.
Dall’altra parte, si andrebbe a dare man forte alla Cina perché “le aziende del Paese ricoprono un ruolo chiave nelle miniere di nichel” in Indonesia e Filippine. Insomma, il rischio, per i Paesi occidentali, è quello di andare ad “aumentare la dipendenza dalla Cina per l’estrazione”.
Una soluzione per arginare il problema e continuare con la produzione di auto elettriche c’è: le batterie al litio-ferro-fosfato (Lfp) che non contengono nichel o cobalto e la cui produzione, dunque, non sarebbe scalfita dall’attuale situazione internazionale.