Educazione in Svezia: punizioni proibite e tanto ascolto

Nel suo libro educazione Nordica Federica Pepe racconta come funziona l’educazione dei bambini in Svezia, soffermandosi sul tema delle punizioni

Quando si parla di educare i bambini, il modello svedese si differenzia di gran lunga da quello italiano, a cominciare dalle punizioni. La Svezia, infatti, è stato il primo Paese a vietare le punizioni corporali, con una legge che risale al 1979: “Quindi già parecchie generazioni vengono da questo tipo di educazione parlando con le nonne del mio compagno svedese, già loro non hanno mai ricevuto una sculacciata, già a quei tempi non era una cosa ben vista” ha spiegato Federica Pepe, educatrice e scrittrice ospite di una puntata di CrescimiTu. Federica Pepe ha pubblica per Sperling&Kupfer il libro “Educazione Nordica” in cui fa un quadro dell’educazione svedese.

Altra pratica quasi inesistente in Svezia è l’alzare la voce con i bambini: “L’approccio principale è un approccio calmo e tranquillo, di comprensione e ascolto. Si vedono speso i genitori ad altezza bambino che parlano con loro e cercano di comunicare” ha spiegato ancora Federica.

Il tema delle punizioni si riflette anche all’interno delle scuole dell’infanzia: “Una delle prime cose che mi hanno detto quando ho iniziato a lavorare è stata questa: se un bambino faceva qualcosa di scorretto non doveva essere messo in punizione, ma sarebbe stato preso da parte dall’educatrice per parlare e capire cosa era successo e spiegare il perché di quel comportamento sbagliato, ma mai lasciare il bambino da solo” ha concluso.