In questo numero di Tg Ambiente, realizzato in collaborazione con Italpress: 1) Rapporto Onu, il buco dell’ozono si sta chiudendo; 2) Rifiuti, 600 milioni per l’economia circolare; 3) Mediterraneo a rischio, allarme per ondate di caldo; 4) Accelerazione green sulle case

 

In questo numero di Tg Ambiente, realizzato in collaborazione con Italpress:

1) Rapporto Onu, il buco dell’ozono si sta chiudendo: Il buco dell’ozono si sta richiudendo grazie alle decisioni prese a livello internazionale negli scorsi decenni. È quanto si legge nell’ultimo aggiornamento del rapporto Onu sullo strato di Ozono, il decimo da quando fu introdotto il protocollo di Montreal nel 1987. Nel Rapporto, che viene pubblicato ogni quattro anni, gli esperti hanno confermato che il buco nello strato di Ozono che protegge l’atmosfera terrestre si sta riducendo a un ritmo tale che consentirà il ritorno, nel 2040, ai livelli del 1980. Solo i per poli sarà necessario un periodo più lungo, fino al 2045 per l’Artico e al 2066 per l’Antartico. Grazie alla graduale eliminazione di quasi il 99% delle sostanze responsabili dell’assottigliamento, si sta verificando un notevole recupero dello strato protettivo di ozono nella stratosfera superiore e alla diminuzione dell’esposizione umana ai nocivi raggi solari ultravioletti. “L’azione per l’ozono crea un precedente per l’azione per il clima – ha affermato il Segretario generale dell’Organizzazione meteorologica mondiale – il nostro successo nell’eliminare gli agenti chimici che riducono l’ozono ci mostra quello che possiamo e dobbiamo fare con urgenza per allontanarci dai carburanti fossili, ridurre i gas serra e così limitare l’aumento della temperatura”.

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2) Rifiuti, 600 milioni per l’economia circolare: Seicento milioni per l’economia circolare. Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica compie un ulteriore passo verso l’innovazione tecnologica degli impianti di gestione dei rifiuti per filiere industriali strategiche. I progetti ammessi a finanziamento includono interventi per l’ammodernamento degli impianti esistenti e la realizzazione di ulteriori nuovi per il miglioramento della raccolta, della logistica e del riciclo.

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3) Mediterraneo a rischio, allarme per ondate di caldo: Il Mediterraneo è sempre più a rischio a causa dell’aumento delle emissioni e delle ondate di calore. Lo rilevano i dati presentati dall’ENEA, secondo cui nell’ultimo quarto di secolo la CO2 è aumentata del 15%, il metano del 9%, mentre la temperatura media è cresciuta di 0.5 gradi insieme alla frequenza e intensità delle ondate di calore. Il metano è un sorvegliato speciale per il suo ruolo importantissimo nel raggiungere gli obiettivi dei protocolli internazionali sul clima, tenuto conto che ha una capacità di riscaldamento da 30 a 80 volte maggiore rispetto alla CO2. Dall’epoca preindustriale al 1997 la concentrazione atmosferica di metano è più che raddoppiata ed è ulteriormente aumentata dell’8%, negli ultimi 20 anni. In 100 anni la temperatura media del mare ha subito un incremento di 1.5 gradi, molto più della media globale. Una maggiore frequenza di fenomeni come le ondate di calore intense e durature, e le temperature del mare che nel 2022 hanno raggiunto i 30 gradi e che mettono a rischio la biodiversità, modificano gli habitat di varie specie e influiscono principalmente su pesca, acquacultura, condizioni atmosferiche ed evaporazione. Questi dati mostrano la necessità di intervenire rapidamente per implementare politiche di riduzione delle emissioni di CO2 ma anche degli altri gas ad effetto serra come il metano, in coerenza con gli obiettivi europei della neutralità climatica entro il 2050.

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4) Accelerazione green sulle case: Entro il 2030 tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno raggiungere almeno la classe energetica E, per passare alla classe D entro il 2033. È una delle novità più importanti contenute nella direttiva europea per l’efficientamento energetico degli edifici. Una norma il cui processo di approvazione dovrebbe vedere un primo via libera il 24 gennaio e che nei prossimi anni obbligherà milioni di italiani (ed europei) a ristrutturare le proprie abitazioni per abbattere gli sprechi energetici e le emissioni climalteranti. Obiettivo: ridurre l’inquinamento. Gli edifici infatti sono responsabili di un terzo delle emissioni di gas a effetto serra nell’Ue e il 75% è inefficiente dal punto di vista energetico. Tra i lavori che i cittadini saranno costretti a fare per rientrare nelle nuove norme europee troviamo il cappotto termico interno o esterno, sostituzione degli infissi e nuova caldaia a condensazione. Norme necessarie per raggiungere l’obiettivo di zero emissioni che l’Unione si è imposta per il 2040. Nel provvedimento Ue erano previste in un primo momento anche possibili sanzioni riguardanti l’affitto o la vendita della casa: si ipotizzava di rendere necessario il bollino verde europeo per l’immobile.

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