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Ecomondo 2024, CIB: il mercato dei crediti di carbonio strumento strategico per il ruolo dell’agricoltura nella decarbonizzazione

Ecomondo 2024, CIB: il mercato dei crediti di carbonio strumento strategico per il ruolo dell’agricoltura nella decarbonizzazione

Al via oggi pomeriggio a Ecomondo gli appuntamenti e workshop in calendario presso l’Area Forum del CIB-Consorzio Italiano Biogas del PAD. D5 della Fiera di Rimini.

Fino a venerdì, il CIB ospiterà soci, esperti del settore, stakeholder e istituzioni per discutere del ruolo delle bioenergie in ambito agricolo, delle sfide politiche e tecnologiche per il settore biogas e biometano, delle buone pratiche e tecnologie per affrontare la transizione agroecologica.

Crediti di carbonio e agricoltura: il contributo delle bioenergie alla riduzione di CO2

A inaugurare gli appuntamenti dell’Area Forum, oggi, il CIB, in collaborazione con il Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo, ha deciso di porre l’attenzione sull’importante tema dei crediti di carbonio e del loro contributo alla transizione ecologica delle aziende agricole italiane.

In apertura dei lavori, Piero Gattoni, Presidente CIB ha sottolineato: “Anche quest’anno abbiamo scelto di aprire gli appuntamenti dell’Area Forum affrontando una tematica agricola e di prospettiva. E’ infatti importante tenere alto il dibattito e stimolare il confronto su quale possa essere la migliore strategia per il comparto agricolo per poter sfruttare efficacemente l’opportunità della carbon farming per assegnare il giusto ruolo all’agricoltura ai fini della decarbonizzazione dei processi produttivi. Serve arrivare per tempo a una visione di sistema su come applicare al meglio questo nuovo approccio  alle specificità italiane, per non subire le decisioni prese senza il nostro contributo.”

L’agricoltura italiana sta adottando pratiche e tecniche innovative che migliorano significativamente il suo ruolo nel mitigare i cambiamenti climatici.  La gestione attenta del suolo e delle pratiche colturali, l’uso di fertilizzanti organici al posto di quelli chimici e tecniche di agricoltura 4.0 contribuiscono attivamente alla cattura dell’anidride carbonica nei suoli. In questo senso, negli ultimi anni, anche grazie al modello del Biogasfattobene, le aziende agricole hanno aumentato le possibilità di far tornare efficacemente la sostanza organica nel suolo.

A che punto siamo oggi? A livello europeo, come spiegato dal Prof. David Chiaramonti, Politecnico di Torino, le Istituzioni stanno ponendo grande attenzione al tema, puntando a standardizzare e incentivare le pratiche di carbon farming in tutta l’Ue e favorendo la transizione verso un’agricoltura sostenibile. Ad aprile, il Parlamento Europeo ha, infatti, adottato l’accordo provvisorio sul “Regolamento per la Rimozione di Carbonio e Carbon Farming (CRCF)”, creando il primo quadro volontario Ue per la certificazione delle rimozioni di carbonio, del carbon farming e dello stoccaggio di carbonio nei prodotti in Europa. Mentre a livello nazionale è il lavoro del CREA che sta guidando l’intensificazione dei modelli di crediti di carbonio anche in Italia. Durante il convegno del CIB, Irene Criscuoli di CREA-PB ha sottolineato le difficoltà e le opportunità del carbon farming per l’agricoltura italiana, evidenziando lo stato dell’arte nel nostro Paese e le possibilità per il mercato italiano.

In chiusura, hanno portato la loro testimonianza i rappresentanti delle associazioni agricole: Ettore Prandini, Presidente Coldiretti, Nicola Gherardi, componente della Giunta Esecutiva di Confagricoltura e Massimo Bagnoli, Consigliere Delegato ESCo Agroenergetica Srl.

In questa prima giornata di Fiera, nell’ambito degli Stati Generali della Green Economy, è stato  presentato il documento “Le proposte del Consiglio nazionale della green economy sui temi del Green Deal all’avvio della nuova legislatura europea”, a cui anche il CIB ha attivamente contribuito, nel quale viene rimarcata la necessità di proseguire con determinazione verso la crescita dell’uso di fonti rinnovabili, con un focus particolare sugli investimenti a livello europeo. Un mix energetico rinnovabile, quindi, dove la produzione di biogas e di biometano (anche liquefatto) da biomassa agricola assume un ruolo di primo piano.