
Ecomafie, reati in aumento anche nel 2020 nonostante il lockdown: è quanto emerge dal rapporto ‘Ecomafia 2021. Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia’ di Legambiente. Maglia nera per la Campania, peggiora il Lazio.
Ecomafie, reati in aumento anche nel 2020 nonostante gli oltre due mesi di lockdown duro da marzo a maggio. È quanto emerge dal rapporto ‘Ecomafia 2021. Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia’ di Legambiente: nello scorso anno, in Italia sono stati 34.867 i reati ambientali accertati (+0,6% rispetto al 2019), con una media di oltre 95 reati al giorno, 4 ogni ora. In aumento le persone denunciate (33.620, +12%), le ordinanze di custodia cautelare eseguite (329, +14,2%), i sequestri effettuati (11.427, +25,4%). Scende il numero complessivo dei controlli, da 1.694.093 a 1.415.907 (-17% rispetto al 2019).
🟠#Ecomafia 2021, la pandemia non ferma gli ecocriminali.
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— Legambiente Onlus (@Legambiente) November 16, 2021
Con 5.457 reati accertati di illegalità ambientale nel 2020, al ritmo di 15 reati al giorno, seppure con una leggerissima flessione degli illeciti (92 in meno rispetto al 2019), ma un incremento delle persone denunciate (ben 654, pari al 15,5% in più), degli arresti, più che raddoppiati (50 contro i 24 del 2019) e dei sequestri (131 in più nel corso del 2020), la Campania si conferma la regione dell’ecomafia a livello nazionale. Il 46,6% del totale nazionale dei reati ambientali accertati (16.262) si sono verificati in Sicilia, Campania, Puglia e Calabria, regioni dove la criminalità organizzata è storicamente radicata: 134 gli arresti, contro 86 nel 2019. Tra queste si inserisce il Lazio, che supera la Calabria con 3.082 reati (+14,5%).
🟠#Ecomafia@StefanoCiafani “Reati e fatturati miliardari nonostante il covid. È fondamentale garantire l’applicazione dei #reatiambientali e innalzare il livello dei controlli pubblici. La transizione ecologica deve avere la fedina pulita”
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La Lombardia è invece la regione con il maggior numeri di arresti. Un quadro che il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, ha definito preoccupante: “C’è un livello di attenzione troppo basso, a maggior ragione in un momento storico in cui dovremo spendere ingenti risorse pubbliche previste dal Pnrr. Alzare il livello dei controlli è fondamentale, così come completare e rafforzare il sistema normativo, ad esempio inserendo i delitti ambientali tra i reati per cui è possibile prorogare i termini di improcedibilità“.
L’#ecomafia è un danno all’ambiente, alla salute e alle aziende che fanno economia rispettando le leggi e il territorio e creando valore aggiunto per le comunità. Combattere le ecomafie è importante per tutelare il Paese, i cittadini e anche la buona economia e il futuro pic.twitter.com/FKaDLmttNR
— Rossella Muroni (@RossellaMuroni) November 16, 2021
“L’ecomafia è un danno all’ambiente, alla salute e alle aziende che fanno economia rispettando le leggi e il territorio e creando valore aggiunto per le comunità” – ha invece dichiarato Rossella Muroni, deputata di FacciamoECO ed ex presidente nazionale di Legambiente – “Combattere le ecomafie è importante per tutelare il Paese, i cittadini e anche la buona economia e il futuro“.
Tra i reati più comuni accertati figurano gli incendi boschivi (4.233, +8,1% rispetto al 2019) e quelli contro gli animali (8.193, il 23,5% del totale di quelli ambientali – con 6.792 persone denunciate, oltre 18 al giorno, 5.327 sequestri e 33 arresti). Per effetto del lockdown calano i reati relativi al ciclo dei rifiuti (-12,7% rispetto al 2019, ma più arresti, +15,2%).
Alla presentazione del Rapporto #Ecomafia di @Legambiente: tenere sempre alta la guardia per contrastare #criminalità ambientale, vecchia e nuova. Per attuare #PNRR servono rapidità e semplificazione ma anche controlli più efficaci e corretta informazione ambientale @pdnetwork pic.twitter.com/6keNQUT5pL
— Chiara Braga (@bragachiara) November 16, 2021
In leggero calo anche i reati del ciclo del cemento (-0,8%) e anche il valore complessivo del fatturato illegale sul traffico di rifiuti. Aumenta invece il valore complessivo del fatturato illegale sugli investimenti a rischio (soprattutto in Sicilia, Calabria, Puglia e Campania), dagli appalti alla gestione dei rifiuti urbani. Un altro dato negativo riguarda gli abbattimenti degli abusi edilizi: dal 2004 al 2021 sono state emesse 57.250 ordinanze di demolizione, ma ne sono state eseguite solo il 32,9% in media, con un’ampia differenza tra Nord e Sud (la Puglia ha il primato negativo, pari al 4%).