Home Breaking News ECOMAFIA, RECORD ARRESTI E INCHIESTE NEL 2017. UN BUSINESS DA 14,1 MILIARDI...

ECOMAFIA, RECORD ARRESTI E INCHIESTE NEL 2017. UN BUSINESS DA 14,1 MILIARDI DI EURO

Ecomafia 2018. Record di arresti per crimini contro l’ambiente e di inchieste sui traffici illegali di rifiuti nel 2017.

È la fotografia del nostro Paese che emerge dal nuovo rapporto Ecomafia 2018 di Legambiente, presentato oggi alla Camera dei Deputati.

Nel documento, spiccano le 538 ordinanze di custodia cautelare emesse per reati ambientali (+139,5% rispetto al 2016) e le 943 persone denunciate.

Sul fronte repressivo, come emerge dai dati forniti dal ministero della Giustizia: 158 arresti per i delitti di inquinamento ambientale, disastro e omessa bonifica, con ben 614 procedimenti penali avviati, contro i 265 dell’anno precedente.

Le tipologie di reati imputati sono: inquinamento ambientale, omessa bonifica, delitti colposi contro l’ambiente, disastro ambientale, impedimento di controllo e traffico di materiale ad alta radioattività.

“La legge 68 per i reati contro l’ambiente (ecoreati, ndr) è stata una grande conquista nella scorsa Legislatura. I risultati stanno arrivando e ce ne saranno ancora altri. Ora dovremmo farle un ‘tagliando’ per consentire a questa legge di rendere ancora meglio. La legge è una pietra miliare, dobbiamo approfittarne e andare oltre. Ora serve un salto” – ha detto nel suo intervento il Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, spiegando che “l’attività illecita di rifiuti e il traffico non organizzato dei rifiuti “troppo spesso vengono derubricati da delitto a contravvenzione. Per me è sbagliato, ritengo debbano diventare reati-delitti“.

A completare il quadro, un fatturato dell’ecomafia che sale a quota 14,1 miliardi.

Una crescita del 9,4% dovuta soprattutto all’aumento dei rifiuti: 76 inchieste per traffico organizzato (erano 32 nel 2016), 177 arresti, 992 trafficanti denunciati e 4,4 milioni di tonnellate di rifiuti sequestrati (otto volte di più rispetto alle 556 mila tonnellate del 2016).

Il settore dei rifiuti – si legge infatti nel rapporto – è quello dove si concentra la percentuale più alta di illeciti, che sfiorano il 24% del totale.

Seguono i delitti contro gli animali e la fauna selvatica (22,8%), gli incendi boschivi (21,3%), il ciclo del cemento (12,7%).

Tra le tipologie di rifiuti predilette dai trafficanti ci sono i fanghi industriali, le polveri di abbattimento fumi, i Raee (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche), i materiali plastici, gli scarti metallici (ferrosi e non), carta e cartone. Piu’ che allo smaltimento vero e proprio – si legge infine – è alle finte operazioni di trattamento e riciclo che in generale puntano i trafficanti, sia per ridurre i costi di gestione che per evadere il fisco.

In crescita anche le tonnellate di rifiuti sequestrate dalle forze dell’ordine che nell’ultimo anno sono state più di 4,5 milioni di tonnellate.

“Credo nel ‘daspo’ ambientale: chi inquina, a mio parere, è il caso che lasci il territorio, perché vuol dire che non ama quel luogo” – ha aggiunto il ministro dell’Ambiente, proponendo il daspo ambientale per chi inquina, sulla scia di quanto avviene in campo sportivo con l’allontanamento dei tifosi violenti”.

“Mi piacerebbe – ha aggiunto poi Costa – indicare un percorso normativo per l’istituzione della figura dell’ispettore ambientale, sia a livello nazionale che locale. Ma credo anche una figura legata alle forze di polizia. Non credo sarebbe male se Carabinieri forestali e Capitanerie di porto potessero avere una figura di questo tipo”.

La Campania si conferma al primo posto della classifica per il numero di reati, che sono concentrati per il 44% nelle Regioni a tradizionale presenza mafiosa (Campania, Sicilia, Puglia e Calabria).

A preoccupare, è anche l’abusivismo edilizio: sono 17 mila le costruzioni illegali.

I numeri di questa nuova edizione del Rapporto Ecomafia, dimostrano il grande passo in avanti compiuto grazie alla nuova normativa che ha introdotto gli ecoreati nel codice penale, ma servono ancora altri interventi urgenti e per questo Legambiente rilancia le sue 10 proposte rimaste senza esito, come ad esempio, la formazione per tutti gli operatori del settore sulla legge 68 che deve essere conosciuta nel dettaglio per sfruttarne le potenzialità.

“Contiamo – ha detto il Presidente di Legambiente, Stefano Ciafani – sul contributo del ministro dell’ambiente, Sergio Costa, e sulla costruzione di maggioranze trasversali per approvare altre leggi ambientali di iniziativa parlamentare come avvenuto nella scorsa legislatura. Noi lavoreremo perché tutto questo avvenga nel più breve tempo possibile, continuando il nostro lavoro di lobbying per rendere ancora più efficace la tutela dell’ambiente, della salute dei cittadini e delle imprese sane e rispettose della legge”.