In questo numero di Agrifood Magazine, realizzato in collaborazione con Italpress: 1) Fondo Innovazione in Agricoltura, 100 milioni per le imprese; 2) Agromafie, irregolare il 30% del lavoro in agricoltura; 3) La Dop Economy italiana vale 20 miliardi di euro; 4) Parmigiano Reggiano, partita la “battitura” per il controllo di qualità

 

In questo numero di Agrifood Magazine, realizzato in collaborazione con Italpress:

1) Fondo Innovazione in Agricoltura, 100 milioni per le imprese: Il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste ha lanciato il nuovo Fondo Innovazione in Agricoltura 2024 con una dotazione complessiva di 100 milioni. Queste risorse saranno messe a disposizione per sostenere le imprese che producono mezzi innovativi e per tutelare gli agricoltori. In particolare, in questo bando è stato introdotto un elemento in più: una quota è riservata a chi è stato colpito dall’alluvione. Trenta milioni di euro saranno destinati alle imprese agricole dell’Emilia-Romagna, della Toscana e delle Marche che hanno subito danni, per consentire loro di ripartire più velocemente. Il Ministro Francesco Lollobrigida ha sottolineato che “con questo fondo si punta a favorire la modernizzazione delle imprese del settore, per aumentarne la produttività e la sostenibilità in un contesto economico e ambientale in rapida evoluzione. Le risorse del Fondo potranno essere impiegate per l’acquisto di macchinari e attrezzature destinati all’agricoltura, alla zootecnia, alla pesca e all’acquacoltura, e saranno riservate a imprese che sostituiscono strumenti già esistenti, debitamente identificati.

2) Agromafie, irregolare il 30% del lavoro in agricoltura: Il caporalato e l‘illegalità nel settore agricolo sono in continua espansione. Nel 2023 i lavoratori irregolari occupati nel settore agricolo sono stati 200mila, pari al 30% dei dipendenti. Le donne e gli uomini che lavorano in questo settore guadagnano, in media, poco più di 6mila euro l’anno e spesso sono sottoposti a fenomeni di sfruttamento e caporalato, con cospicui segmenti della ‘filiera dello sfruttamento’ controllati dalla criminalità organizzata. Sono alcuni dei dati del VII Rapporto Agromafie e caporalato di Flai Cgil, che fa il punto sull’illegalità che ancora oscura la filiera agroalimentare italiana e mette in evidenza la strutturalità del lavoro povero, precario e sfruttato in un settore che registra valori economici più che elevati. A livello regionali, in Basilicata ci sono oltre 10mila lavoratori sottoposti a forme diverse di sfruttamento, di cui 5mila irregolari residenti e circa 5/7mila avventizi e pendolari sfruttati. Nelle province di Trento e Bolzano, si stimano più di 6mila lavoratori irregolari nel settore primario e nell’alimentare di lavorazione/macellazione delle carni. Nel crotonese invece, si contano tra gli 11mila e i 12mila lavoratori irregolari, inclusi gli oltre 4 mila lavoratori e lavoratrici stranieri che ogni anno arrivano in occasione di fasi di lavorazione che richiedono picchi di forza lavoro. Infine, in Piemonte, secondo le ultime stime, il numero degli irregolari oscilla tra gli 8mila e i 10mila.

3) La Dop Economy italiana vale 20 miliardi di euro: Nonostante le varie criticità del sistema produttivo agricolo e dei mercati, la Dop economy italiana mostra risultati positivi. Secondo i dati del XXII Rapporto Ismea-Qualivita, nel 2023 il settore registra 20,2 miliardi di euro di valore alla produzione, con una crescita del +52% in dieci anni ed un contributo del 19% al fatturato complessivo dell’agroalimentare italiano. Cresce del +3,5% il comparto del cibo che supera per la prima volta i 9 miliardi €, mentre il vino imbottigliato frena sia come quantità (-0,7%) che come valore (-2,3%) e si attesta su 11 miliardi €. Bene l’export, con i prodotti DOP IGP leva del made in Italy nel mondo, che conferma un valore di 11,6 miliardi € con trend positivo nei Paesi UE. Il settore cibo realizza 4,67 miliardi € per un +0,7% in un anno e un +90% sul 2013, con crescite in valore per formaggi, pasta e olio di oliva. Infine, le esportazioni del comparto. La crescita dell’export nei Paesi UE (+5,3%) compensa il calo nei Paesi Extra-UE (-4,6%), un dato particolarmente significativo alla luce dell’attuale dibattito sui dazi e gli Stati Uniti si confermano la prima destinazione in assoluto, che da soli valgono oltre un quinto (21%) delle esportazioni italiane DOP IGP.

4) Parmigiano Reggiano, partita la “battitura” per il controllo di qualità: E’ partita la “battitura” delle prime forme del Parmigiano Reggiano del 2024. Il formaggio viene sottoposto a questo test quando sta per raggiungere la stagionatura di 12 mesi. Se passa questo esame può essere chiamato “Parmigiano Reggiano DOP”. Dietro l’eccellenza del prodotto c’è anche l’esperienza e la maestria di chi che espertizza le forme affidandosi a un particolare martelletto, come spiega il battitore senior della Sezione di Mantova del Consorzio del Parmigiano Reggiano Sante Spaggiari, che da 35 anni è attivo su questo campo.