Docenti stressati e a rischio burnout: i numeri allarmanti

Docenti stressati e a rischio burnout: i numeri allarmanti

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Nel Regno Unito, ma anche in Italia, i numeri sui docenti che dichiarano di essere stressati e sotto pressione è in forte crescita

Lo stress da lavoro sta avendo un impatto sempre più forte tra i docenti, in Italia e non solo, con il rischio di sviluppare disagi di natura psicologica e fisica. Tra i principali problemi che gli insegnanti riscontrano nello svolgere il proprio lavoro ci sono l’eccessiva burocrazia, la carenza di personale e la cattiva organizzazione del lavoro.

La situazione in Italia

Un primo allarme sui docenti italiani stressati era arrivato dal sindacato Cisl Lombardia che aveva presentato uno studio sulla condizione degli insegnanti italiani. I numeri erano preoccupanti: su un campione di circa duemila iscritti al sindacato è emerso che oltre il 60% degli intervistati è al limite e lamenta scarso supporto dai dirigenti scolastici. Inoltre lo stress si manifesta a livello psicologico, ma anche fisico con sintomi come l’insonnia o persistenti mal di testa per ben 9 docenti su 10. A pesare maggiormente sul lavoro sono la crescita degli alunni e le difficoltà del periodo adolescenziale, mentre nel periodo della scuola primaria la situazione appare più tranquilla.

Lo studio dell’Università Bicocca di Milano

Un altro studio allarmante, che descrive la situazione italiana, è stato invece presentato dall’ Osservatorio sul Benessere dei Docenti dell’Università di Milano-Bicocca. Il campione era composto da 5.847 insegnanti provenienti da 449 scuole. Quasi il 50% del campione soffre di burnout, nello specifico di depersonalizzazione, scarsa realizzazione personale ed esaurimento emotivo. Anche in questo studio è emerso che i docenti più a rischio burnout sono quelli delle scuole superiori.

Si lavora più ore del dovuto

Un altro aspetto che emerge da questi studi è il lavorare oltre l’orario di lavoro e il presentismo, ossia il lavorare anche di fronte a condizioni di salute non ottimali. Secondo un sondaggio realizzato dal portale “Tecnica della scuola”, infatti, su oltre mille utenti intervistati il 48,5% degli insegnanti lavora dalle 2 alle 3 ore in più ogni giorno, mentre il 43,7% supera addirittura le 3 ore extra lavorative. Solo una minima percentuale (7,1%) limita il lavoro aggiuntivo a un’ora, mentre meno dell’1% dichiara di non svolgere ore in più. Anche queste ore in più hanno poi un peso sul benessere fisico e psicologico degli insegnanti.

La situazione in Inghilterra

Un allarme recente arriva anche dal Regno Unito: i risultati di una ricerca condotta dal sindacato National Education Union (NEU) rivelano che in Inghilterra un insegnante su tre nelle scuole pubbliche è stressato al lavoro per almeno quattro quinti del tempo, mentre solo una piccola parte ha dichiarato di non essere mai sottoposto a sforzi eccessivi. Anche le lunghe vacanze invidiate dalle altre professioni non sono poi così amate. Un insegnante su tre ha dichiarato di dover sempre lavorare durante le vacanze scolastiche, mentre meno di uno su dieci ha dichiarato di potersi godere una pausa completa.

Aumenti salariali per i docenti

Nel Regno Unito si sta discutendo di un aumento salariale degli insegnanti, con il sindacato che si è detto disposto a prendere in considerazione una votazione formale per uno sciopero dopo aver respinto l’offerta governativa di un aumento del 2,8% per il 2025-26. Anche in Italia si sta lavorando per il rinnovo del contratto e un aumento salariale, tuttavia per la maggior parte degli insegnanti i 140 euro lordi previsti per ora non sono sufficienti.

Confluire le risorse nello stipendio

Secondo un sondaggio commissionato dalla Gilda degli insegnanti, è favorevole al confluire dei 500 euro della Carta del docente in busta paga, a cominciare da chi risiede nelle grandi città. Inoltre due insegnanti su 3 sono favorevoli a far confluire le risorse dell’ex Bonus merito, formazione incentivata e tutor nella busta paga, infine il 93% del personale scolastico ritiene che sarebbe giusto godere di un welfare aggiuntivo, come buoni pasto e assicurazione sanitaria.

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