Il divario tra paesi ricchi e poveri in termini di adattamento alla crisi climatica è enorme

Del divario tra Paesi industrializzati e in via di sviluppo in termini di aiuti finanziari per il clima sarà tra i temi della COP28

Il mondo non sta facendo abbastanza per adattarsi alla crisi climatica. O meglio, i paesi più ricchi del mondo non si stanno impegnando quanto dovrebbero. È l’allarme lanciato dalle Nazioni Unite in un nuovo report.

Il punto è questo: il riscaldamento globale è ormai una realtà, così come lo sono i fenomeni meteo estremi ad esso collegati. E allora, se è bene provare a frenare l’aumento delle temperature globali, è bene anche implementare politiche di adattamento al nuovo clima.

Il problema è che i Paesi più poveri del mondo – che sono anche quelli hanno contribuito di meno a scatenare la crisi climatica – non hanno i fondi necessari. Da diverso tempo i Paesi più ricchi si sono impegnati ad aiutarli finanziariamente. Una promessa che però non è stata affatto mantenuta.

I paesi sviluppati (tra cui l’Italia) hanno promesso 100 miliardi di dollari all’anno in finanziamenti per il clima ai paesi in via di sviluppo entro il 2020. Non solo questa cifra non è mai stata raggiunta ma se pure lo fosse non basterebbe. Secondo le Nazioni Unite il divario annuo solo per l’adattamento si attesta tra i 194 e i 366 miliardi di dollari.

Un argomento di cui si discuterà anche alla COP28, la Conferenza delle Nazioni Unite sul clima che si terrà dal 30 novembre al 10 dicembre a Dubai.