
Mentre a Port Louis, capitale delle Isole Mauritius monta la protesta dei cittadini, i pescatori locali lottano contro il tempo per salvare i delfini dal petrolio riversatosi al mare dopo il disastro navale delle scorse settimane.
I pescatori delle Isole Mauritius stanno lottando contro il tempo per salvare decine di delfini feriti che sono stati portati a riva nella zona dove nei giorni scorsi: 40 cetacei sono stati trovati morti in una laguna vicino al sito della fuoriuscita di petrolio dalla nave giapponese che si è incagliata nella barriera corallina giorni fa.
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Yasfeer Heenaye, un pescatore di Pointe aux Feuilles, sulla costa orientale dell’isola, ha detto di aver contato almeno 45 delfini morti da quando sono stati scoperti per la prima volta mercoledì, e ha detto che una mezza dozzina di delfini erano ancora nella baia a combattere per la propria vita.
Dozens of dead dolphins wash ashore after oil spill near ‘idyllic’ Mauritius https://t.co/1kP8kBDpdv pic.twitter.com/1IqN4ZGx6G
— FRANCE 24 English (@France24_en) August 31, 2020
Ha spiegato che credeva che la vista degli animali fosse compromessa dall’olio fuoriuscito, ed è così che sono finiti sulla barriera corallina dove hanno subito ferite mortali.
Le autorità, che hanno valutato il bilancio delle vittime a 42, hanno escluso questa possibilità, ma domenica hanno dichiarato che stavano ancora indagando sulla causa della morte.
“Il rapporto preliminare dell’autopsia ha escluso che il petrolio abbia avuto un ruolo, tuttavia abbiamo inviato alcuni campioni dei delfini morti a La Reunion per determinare perché gli animali non potevano nuotare e il loro radar non funzionava“, ha spiegato Jasvin Sok Appadu del Ministero della pesca.
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Finora i veterinari hanno esaminato solo due dei delfini morti, che mostravano segni di ferite ma nessuna traccia di idrocarburi nei loro corpi, secondo i risultati preliminari dell’autopsia. I risultati dell’autopsia su tutte le carcasse sono attesi nei prossimi giorni
Intanto migliaia di manifestanti hanno protestato pacificamente sabato nella capitale Port Louis per chiedere un’indagine sulla fuoriuscita di petrolio e sulla morte dei delfini. Alcuni hanno chiesto le dimissioni del governo.
Thousands march in Mauritian capital Port Louis over handling of massive oil spillhttps://t.co/cJaZsU1ygH
— BBC News (World) (@BBCWorld) August 29, 2020
Molti mauriziani ritengono che il governo avrebbe potuto fare di più per prevenire la fuoriuscita. Ci sono anche critiche sulla decisione di affondare deliberatamente una parte della nave dopo che si è divisa in due. Alla protesta di sabato, una donna ha detto a Yasine Mohabuth della BBC: “Sono presente oggi perché vogliamo la verità.”
“Non hanno fatto nulla quando la nave si è avvicinata alla nostra costa – per 12 giorni non hanno fatto nulla, fino alla fuoriuscita di petrolio e ora il disastro ha distrutto la vita di migliaia di persone e di animali marini”.
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Domenica scorsa, dopo l’Angelus anche Papa Francesco ha rivolto un pensiero alle Mauritius.ll Pontefice, ricordando le diverse iniziative organizzate nel mondo per il Giubileo della Terra, ha fatto riferimento a un evento che si svolge in questi giorni nella capitale dell’isola dell’Oceano indiano interessata recentemente dallo sversamento nelle sue acque di tonnellate di carburante da una petroliera.
“Saluto le diverse iniziative promosse in ogni parte del mondo,” ha detto il Papa, “e tra queste, il Concerto che si svolge oggi nella cattedrale di Port-Louis, capitale di Mauritius dove purtroppo si è verificato recentemente un disastro ambientale.”