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Diga di Occhito chiusa all’uso irriguo, allarme agricoltura tra Puglia e Molise

Uno scenario drammatico per l’agricoltura, come conferma l’allarme di Coldiretti Puglia. La situazione va a peggiorare un quadro già compromesso per via della siccità, con la disponibilità idrica della diga che oggi è un terzo di quella di un anno fa.

La diga di Occhito, invaso artificiale al confine tra Puglia e Molise, chiusa all’irrigazione. Situata tra le province di Foggia e di Campobasso, la diga dalle 19 di lunedì 12 agosto non fornisce più acqua ad uso irriguo. Dopo il rilascio degli ultimi due milioni di m³, l’invaso è stato chiuso insieme al nodo idraulico di Finocchito per garantire l’acqua che resta all’uso potabile. Una pessima notizia in uno scenario assolutamente drammatico per l’agricoltura locale, già messa a dura prova dalla siccità, il problema a monte di tutto.

Siccità e dighe quasi vuote

Una decisione terribile ma forzata, perché per effetto della grave siccità che da diversi mesi interessa tutte le Regioni del Sud, la disponibilità idrica nella diga di Occhito oggi è di appena un terzo rispetto a un anno fa: 45,8 milioni di m³ contro i 168,5 milioni del 13 agosto 2023. E negli altri invasi e dighe, la situazione non appare migliore: nella diga di Marana Capacciotti, la seconda più grande della zona, sono rimasti appena 2,1 milioni di m³ di acqua a fronte dei 32,9 milioni di un anno fa. Lo rende noto il Consorzio per la bonifica della Capitanata, gestore delle due dighe principali della zona.

L’allarme di Coldiretti

Si apre uno scenario critico e pericoloso, con il rischio che alcuni campi di pomodoro non arrivino a fine produzione e che saltino i trapianti degli ortaggi che vengono messi a dimora in questo periodo per essere consumati tra autunno e inverno. Senza acqua le piantine non potranno sopravvivere” – avverte Mario De Matteo, vicepresidente di Coldiretti Puglia – “C’è anche un razionamento di acqua fornita dalle autobotti, con il carico attivo solo in alcune fasce orarie e il rischio che gli animali nelle stalle non abbiano più acqua per abbeverarsi. Le mucche, per lo stress delle alte temperature, stanno producendo fino al 30% di latte in meno“.

Le cause

La causa principale della drammatica situazione odierna risiede ovviamente nella siccità. Eppure, un ruolo importante tra i fattori che hanno portato ai problemi attuali risiede nelle infrastrutture presenti nel territorio. Si pensi, ad esempio, alla dispersione idrica degli acquedotti in tutta Italia, e non solo al Sud, oppure, come sottolineato da molti, al mancato utilizzato dei dissalatori (che in questo caso sarebbero preziosi ma hanno un impatto indiretto sull’ambiente per via della produzione di scorie). Il grave problema della dispersione idrica, però, proprio alla luce della siccità che contraddistingue le Regioni meridionali, assume contorni assolutamente drammatici.

Le conseguenze

Un quadro, questo, confermato anche da Coldiretti Puglia: “Siamo di fronte a una calamità come la siccità che costringe gli agricoltori all’irrigazione di soccorso con costi altissimi per il gasolio necessario a tirare l’acqua dai pozzi e rifornirsi con le autobotti. Serve una stretta sulla gestione dell’acqua in Puglia, a causa delle reti colabrodo si perde un litro di acqua su due, uno spreco che non ci si può permettere“.
E non sono solo quelli già citati, i problemi infrastrutturali legati alla situazione attuale. “I pozzi artesiani stanno franando, altri a falda superficiale stanno scomparendo e si stanno prosciugando. Il calo drastico di foraggio verde nei pascoli ha fatto aumentare i prezzi dei mangimi per gli animali nelle stalle. Inoltre, il sole e gli incendi stanno bruciando frutta e verdura” – aggiunge Coldiretti Puglia – “Occorre intervenire sull’efficientamento delle reti di adduzione e scolo, sul completamento degli impianti, sulla manutenzione straordinaria degli impianti irrigui collettivi, pozzi compresi, e delle reti di distribuzione di acqua potabile nelle aree rurali, fino al rinnovo degli accordi con le Regioni Basilicata e Molise“.

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