Demenza senile e inquinamento. Diversi studi hanno legato nel corso degli anni l’esposizione allo smog in giovane età allo sviluppo della demenza in età adulta. Adesso uno studio scozzese indaga sulle probabilità di sviluppare la demenza in base all’aver respirato aria inquinata nelle diverse fasi della vita.
Lo studio parte dai dati di un gruppo di individui, 572 persone nate poco prima o poco dopo il 1936, lo studio di coorte Lothian Birth. (Le coorti sono gruppi di individui scelti in base ad alcune caratteristiche in comune, in questo caso il luogo e l’anno di nascita. Vengono poi seguiti nel tempo per verificare se sviluppano una data malattia) Queste persone sono state seguite dall’età di 70 anni con controlli periodici avvenuti ogni tre anni.
Since 2004 the Lothian Birth Cohort 1936 participants have been meeting with the research team every three years for many hours of cognitive testing, medical exams and brain scans. Over 100 participants at age 88 have now returned to the Wellcome Trust Clinical Research Facility for the 7th time!
— The Lothian Birth Cohorts (@edinunilbc.bsky.social) 20 novembre 2024 alle ore 13:02
L’Università di Edimburgo ha creato questo gruppo di studio per indagare sull’invecchiamento e il funzionamento cognitivo su un gruppo di persone provenienti dallo stesso luogo. I partecipanti hanno condiviso i dati della propria storia clinica. I ricercatori hanno poi ricostruito l’esposizione all’inquinamento a cui queste persone sono state soggette con dei modelli che hanno riprodotto l’inquinamento atmosferico degli anni 1935, 1950, 1970, 1980, 1990, 2001 e 2007.
Nel 2019 il 17% delle persone seguite aveva sviluppato una forma di demenza, circa uno su sei.
Secondo i dati raccolti, l’esposizione in utero e nei primi anni di vita a inquinamento da pm 2,5 e da diossido di azoto (NO2) sono legati alla più alta incidenza di sviluppo di morbo di Alzheimer e demenza. L’esposizione cumulativa durante la vita alle pm 2,5 è legato a un rischio maggiore di sviluppare demenza. Non sono invece emersi dati che legano l’esposizione alle pm 2,5 durante la mezza età e l’aumento del rischio. Ma avvertono i ricercatori è possibile che queste persone sebbene esposte all’inquinamento siano morte per malattie cardiovascolari o respiratorie prima che la demenza si manifestasse.
Come riportato dal Guardina, Otto-Emil Jutila, autore del nuovo studio ha affermato: “Se il ruolo dell’inquinamento atmosferico come fattore di rischio per la demenza in età avanzata è stato ampiamente investigato, molto meno si sa riguardo l’impatto dell’inquinamento atmosferico durante il resto delle nostre vite.”
Un altro ricercatore, Sam Tomlinson, ha spiegato che i dati sull’inquinamento atmosferico degli anni passati sono stati ricostruiti utilizzando fonti come i giornali, libri, compendi statistici. Per i ricercatori era importante stimare quanto e dove le persone sono state esposte all’inquinamento legato all’uso di combustibili fossili.
Lo studio conferma l’importanza di diminuire l’esposizione all’inquinamento atmosferico mentre altri studi hanno legato tale diminuzione al miglioramento delle aspettative di vita in futuro e diminuire in poco tempo il numero di persone che vengono colpite da demenza.
New paper in @EnvironEpidem considers risk of dementia due to life-course exposure to air pollution using @EdinUniLBC Led by @OttoEmilJutila with @GBaranyi @SimonRCox & colleagueshttps://t.co/w5ELits1nG
— Jamie Pearce (@jamie0pearce) December 12, 2024