
Greta e il suo movimento Fridays for Future hanno manifestato per il 75° venerdì consecutivo, questa volta nella città dove si è svolto World Economic Forum.
Una piccola manifestazione si è tenuta durante l’ultimo giorno di incontri del World Economic Forum di Davos. Gli studenti delle scuole superiori hanno manifestato fuori dal resort dove si è tenuto il Forum con cartelli con scritto “svegliati WEF” e “basta menzogne”, nella speranza di essere abbastanza rumorosi da farsi sentire dai partecipanti. L’attivista Greta Thunberg, dopo una settimana di incontri con i leader e gli esperti di economia di tutto il mondo, si è unita alla protesta ma questa volta è stata più silenziosa del solito, preferendo che i giovani appartenenti al suo movimento Fridays for Future parlassero per lei.
A lot of people have been asking for “specific demands” and “things to do” to tackle the ongoing climate emergency. So we made some specific demands and those demands were ignored completely. But we didn’t expect anything else… 1/2 pic.twitter.com/3dW4ZKq1wQ
— Greta Thunberg (@GretaThunberg) January 24, 2020
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“Vogliamo mostrare alle persone del WEF che pensano solamente ai soldi che anche se giovani siamo interessati a questi problemi. Vogliamo mostrargli che non è solamente una questione economica” ha detto Miriam Alther, una diciassettenne di Davos. La giovane studentessa ha spiegato che dei 50 manifestanti, 20 venivano dalla sua scuola e tutti avevano saltato le lezioni per protesta. “Vogliamo azioni concrete perché il problema è reale” ha commentato un’altra studentessa.
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Alla protesta non c’erano solo gli studenti della piccola cittadina svizzera ma attivisti, adulti e teenager, di tutto il mondo, tra cui Vanessa Nakate, l’attivista africana di 23 anni che ha fondato il movimento The Rise Up Movement. Vanessa è arrivata dall’Uganda per unirsi alla protesta di Greta: “C’ è gente dal Brasile, dalla Cina, dal Regno Unito, alcuni anche dalla Groenlandia. Siamo usciti dalla nostra confort zone per far capire a tutti che devono farlo anche loro, perché solo così riusciremo a salvare il pianeta“.
La giovane attivista africana è finita al centro di un caso mediatico dopo aver accusato di razzismo l’agenzia di stampa statunitense Associated Press per aver “tagliato” la ragazza da una foto che la ritraeva insieme ad altri attivisti influenti tra cui Greta e Luisa Neubauer, in una delle foto della manifestazione. Vanessa ha commentato “Noi non ce lo meritiamo. L’Africa è il continente che produce meno emissioni al mondo ma il più colpito dai cambiamenti climatici. Cancellando la nostra voce non cambierete nulla. Cancellando le nostre storie non cambierete nulla. Non mi sento bene. Il mondo è così crudele“.
You didn’t just erase a photo
You erased a continent
But I am stronger than ever pic.twitter.com/J34WMXvPAo
— Vanessa Nakate (@vanessa_vash) January 24, 2020
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La giovane attivista ha subito ricevuto il supporto dei suoi follower e degli altri attivisti, tra cui quello di Greta, che ha definito il comportamento dell’agenzia “totalmente inaccettabile“.
This is completely unacceptable. Period. https://t.co/gefmJ11b6C
— Greta Thunberg (@GretaThunberg) January 24, 2020
David Ake, direttore della fotografia di AP, ha spiegato che essendo costretto a rispettare la scadenza, il fotografo ha rimosso parte della foto per rimuovere l’edificio dietro l’attivista, senza la volontà di alcuna discriminazione razziale.