WSense, la startup romana che monitora i fondali degli oceani

A dirigerla è la ricercatrice Chiara Petrioli che ha spiegato a TeleAmbiente come funziona la nuova tecnologia

Una startup romana premiata al World Economic Forum di Davos con il riconoscimento Ocean Data Challenge. Si chiama WSense ed è un’impresa attiva nella raccolta e nella gestione dei dati per proteggere l’ambiente degli oceani. Nata come costola dell’Università La Sapienza di Roma, WSense opera nel campo chiamato Internet of Underwater Things (IoUT) ed è specializzata in sistemi di monitoraggio e comunicazione subacquei, basati su onde acustiche e tecnologie ottiche senza fili.

 

Chiara Petrioli, la guida di WSense

A guidare WSense è Chiara Petrioli, 50enne romana con un passato da ricercatrice e insegnante alla Boston University, ma anche con studi svolti insieme al Mit. “Rendiamo possibile lo scambio di dati sotto l’acqua e questo permette di produrre sensori per monitorare le condizioni dell’oceano. Si tratta di trasmissioni efficienti e a basso impatto, per trasferire informazioni di ogni tipo” – spiega la numero uno di WSense – “Senza informazioni accurate su ciò che avviene in profondità è impossibile avere modelli capaci di affrontare il cambiamento climatico nell’ambiente marino“.

Il monitoraggio degli oceani

Il lavoro di aziende come WSense può aiutare a contrastare i drammatici problemi ambientali degli oceani, che assorbono un terzo circa della CO2 prodotta dalle attività umane e sono sempre più inquinate da plastiche, microplastiche e sostanze chimiche. La startup è stata premiata a Davos per la preziosità dei suoi sensori, alla base di sistemi in grado di controllare 24 ore su 24 la concentrazione di qualsiasi sostanza estranea all’ambiente marino. E questo consentirebbe di intervenire in maniera mirata e tempestiva per la pulizia e il risanamento dei fondali.

Il lavoro di Wsense

Ma come opera WSense? La sua tecnologia consiste in componenti hardware e software utilizzabili in acque basse e profonde, per implementare e gestire un’infrastruttura di rete Internet sottomarina, in grado di operare fino a 3000 metri di profondità. L’obiettivo è avere, in tempo reale, informazioni sulla qualità dell’acqua, ma anche raccogliere suoni, immagini, dati su correnti, maree, moto ondoso, movimento di strutture ed ancoraggi. Tanti i campi di applicazione: controllo della qualità ambientale, acquacoltura, monitoraggio di porti e infrastrutture critiche (come gasdotti, oleodotti, piattaforme di estrazione e cavi di trasmissione dell’elettricità). Senza contare che il mercato della comunicazione wireless è emergente ma in continua espansione.

WSense, avanguardia tecnologica

WSense, però, è molto più di una semplice startup. Anche per le sue dimensioni: vanta oltre 50 fra ingegneri e ricercatori, tutti di grande esperienza, ed ha uffici in Italia, Norvegia e Regno Unito. Oltre a clienti importanti: dal Ministero italiano della Difesa fino a Leonardo, passando per Terna, Saipem, Enea, Ingv e il National Oceanography Centre. E non è un caso: le informazioni fornite da WSense sono molto più dettagliate di quelle provenienti dai satelliti che, ad esempio, misurano solo la temperatura superficiale delle acque.
L’esperienza da studenti e dopo la laurea è fondamentale. È la base per raggiungere dei risultati, per i quali servono anche molte altre capacità che si ottengono solo con il tempo“, aggiunge Chiara Petrioli.