Il presidente della Fondazione Angelo Vassallo spiega l’importanza di tutelare l’unica zona costiera della Basilicata sul Tirreno: in gioco non c’è solo la tutela dell’ambiente, ma anche la salute dei cittadini e l’economia del territorio.
Rendere finalmente realtà l’area marina protetta di Maratea. Questo l’obiettivo di un convegno tenutosi nella cittadina lucana sul Tirreno, con importanti relatori tra cui l’ex ministro dell’Ambiente Sergio Costa e Dario Vassallo. Dopo l’incontro, organizzato dall’associazione Prospettiva Maratea, il presidente della Fondazione Angelo Vassallo spiega l’importanza di portare a termine un iter iniziato quando Sergio Costa era ministro dell’Ambiente e mai portato alla conclusione.
“Come Fondazione stiamo portando avanti questa iniziativa molto importante, che con una legge aveva già promulgato l’allora ministro Sergio Costa. La costa di Maratea è una delle aree marine più belle al mondo, forse tra le prime dieci, con una storia e una cultura che dobbiamo tutelare” – spiega Dario Vassallo a TeleAmbiente – “Ad esempio, sull’isolotto di Santo Janni esiste la lucertola blu, che ha milioni di anni e viveva già quando questo isolotto non era altro che un promontorio sulla terraferma“.
“L’istituzione dell’area marina protetta è una salvaguardia per l’ambiente ma anche una potenziale ricchezza per il popolo di Maratea, che ha una cultura millenaria e deve capire che potrebbe avere ripercussioni positive anche in termini economici e culturali” – aggiunge Dario Vassallo – “Diciamola tutta, gli amministratori si trovano davanti a una scelta precisa: l’area marina protetta di Maratea o l’apertura del centro smaltimento rifiuti speciali e non di San Sago, che è un’area contigua nel territorio della Regione Calabria. Ci sono tutti i documenti in regola per aprire il centro di smaltimento rifiuti ma l’istituzione dell’area marina protetta lo bloccherebbe. La scelta è seria e importante, perché da essa dipende il futuro di un territorio e di un’intera Regione. Fare la scelta giusta è fondamentale, anche per i giovani che con le loro specialità di laurea potrebbero rimanere nel posto in cui sono nati e non emigrare in altri Paesi europei“.