Presentate come un modo per sensibilizzare sulle conseguenze del riscaldamento globale, le crociere in Antartide stanno provocando danni all’ecosistema oltre che velocizzare lo scioglimento dei ghiacciai. Ecco perché
Salire su una nave da crociera per visitare l’Antartide e le sue meraviglie è il sogno di molti. Un sogno che per tante persone è diventato realtà.
Negli ultimi anni, il turismo in Antartide ha subito un’impennata senza precedenti. Nel 2024, oltre 120mila persone hanno visitato il continente bianco, un aumento vertiginoso rispetto ai 44mila visitatori del 2017.
Questo boom turistico però sta avendo un impatto ambientale sempre più preoccupante. E le crociere in Antartide presentate da diverse compagnie come un modo per guardare con i propri occhi cosa rischiamo di perdere con il riscaldamento globale, stanno finendo per accelerare quel processo.
L’impatto delle crociere in Antartide sull’ecosistema
Il fragile ecosistema antartico sta subendo le conseguenze di questa crescente presenza umana. Gli scienziati dell’Università di Santiago del Cile hanno rilevato che la neve attorno ai siti di sbarco dei turisti e alle stazioni di ricerca sta progressivamente diventando più scura.
Il fenomeno, noto come “neve nera”, è causato dal carbonio nero prodotto dalle emissioni di navi, elicotteri, aerei e generatori diesel. La neve più scura assorbe più calore e accelera il processo di scioglimento: si stima che ogni visitatore contribuisca alla perdita di circa 83 tonnellate di neve.
L’inquinamento atmosferico è un altro problema allarmante. Un singolo viaggio turistico in Antartide comporta l’emissione di circa 5,44 tonnellate di CO2 per passeggero, pari a 0,49 tonnellate al giorno. Queste emissioni contribuiscono al riscaldamento globale, un fenomeno che sta già alterando il clima antartico: di recente, il continente ha registrato temperature superiori di 10°C rispetto alla media.
Turismo e rischio per la biodiversità
Oltre ai problemi legati alle emissioni e alla fusione dei ghiacci, l’aumento del turismo in Antartide comporta il rischio di introdurre specie non autoctone. I turisti possono trasportare semi, batteri o altri organismi sulle loro scarpe e vestiti, mettendo a rischio un ecosistema già estremamente vulnerabile. Inoltre, la presenza di gruppi numerosi nei siti di sbarco disturba la fauna selvatica, già minacciata dai cambiamenti climatici.
Un’altra emergenza riguarda l’influenza aviaria, rilevata per la prima volta in Antartide tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024. Dopo le gravi epidemie che hanno colpito il Sud America, la diffusione del virus nel continente potrebbe avere effetti devastanti sulle popolazioni di uccelli marini, tra cui pinguini e albatros.
Soluzioni sostenibili o greenwashing?
Alcune compagnie di crociere hanno adottato misure per ridurre l’impatto ambientale dei loro viaggi. Tra queste, il tour operator Quark Expeditions ha introdotto navi più piccole e protocolli per la decontaminazione degli indumenti e degli equipaggiamenti dei passeggeri. Tuttavia, nonostante l’adozione di carburanti più efficienti e sistemi di conversione dei rifiuti in energia, le emissioni di CO2 restano un problema irrisolto.
Un’alternativa più sostenibile è rappresentata dai viaggi su velieri storici, che utilizzano il vento per la propulsione e trasportano piccoli gruppi di passeggeri. Sebbene questi viaggi non siano a impatto zero, riducono significativamente l’uso di combustibili fossili e limitano il numero di visitatori nelle aree più sensibili.
Il dilemma del turismo antartico
L’Antartide è una delle ultime aree incontaminate del pianeta, ma la crescente domanda di turismo rischia di comprometterne l’equilibrio ecologico. Mentre alcune compagnie cercano di adottare pratiche più sostenibili, la verità è che nessuna forma di turismo in Antartide può essere completamente priva di impatti ambientali.
La questione rimane aperta: il desiderio di esplorare il continente bianco giustifica il danno che ne deriva? Forse la vera sostenibilità sta nel rinunciare al viaggio stesso, lasciando l’Antartide intatto per le generazioni future.