Crisi del settore auto in Europa, cosa sta succedendo? Risponde l’esperto

Il settore auto in Italia e in Europa è in crisi. Ma perché? Quali sono i fattori che hanno contribuito a questa situazione? A TeleAmbiente ha risposto Massimiliano Bienati, capo programma Trasporti del Think Tank ECCO.

Da qualche tempo si parla della crisi del settore auto in Europa, con un crollo sostanziale delle vendite, con case automobilistiche come la Volkswagen che annunciano chiusure di stabilimenti e licenziamenti e con i rappresentanti di alcuni produttori di auto che chiedono a gran voce all’Unione Europea di fare passi indietro rispetto alle politiche ambientali di riduzione delle emissioni.

Insomma, il settore automobilistico è sotto pressione, ci sono attriti, ci sono difficoltà che si ripercuotono anche sulla politica e sull’economia del nostro Paese.

A TeleAmbiente abbiamo provato a fare chiarezza insieme a Massimiliano Bienati, capo programma Trasporti del Think Tank ECCO.

“La transizione all’elettrico – ha spiegato Bienati – sta iniziando a prendere forma, una forma più sostanziosa come anche necessaria per quel che riguarda le politiche di transizione energetica e climatica. Ricordiamoci che possiamo sempre guardare la transizione dei veicoli elettrici come una transizione anche energetica e non solo legata alle emissioni e climatica, anche per il risparmio che portano nei consumi di energia. E sta succedendo che i produttori si stanno preparando per recuperare un po’ il tempo perduto nelle loro politiche industriali rispetto ai competitor internazionali, in particolare gli statunitensi e soprattutto asiatici e cinesi. Questo in previsione delle prossime scadenze per il 2025 sulla media delle emissioni e delle flotte emesse al consumo in Europa”.

Cosa prevede la scadenza del 2025 nel settore auto?

Ogni produttore di automobili deve sottostare a un limite di emissioni di CO2 che però è calcolato sulla media di tutte le auto vendute da quel produttore.

In altre parole, si possono vendere auto che inquinano più del limite imposto a patto che la media delle auto vendute sia sotto quel limite. Chiarito questo passaggio, andiamo a vedere cosa accadrà a partire dal prossimo anno.

Oggi il limite fissato è di 115,1 grammi di CO2 per chilometro e ad oggi i problemi non ce ne sono perché secondo i dati dell’Agenzia Europea dell’Ambiente i produttori automobilistici europei emettono in media 106,6 grammi per chilometro.

Il problema è che dal 2025, come dicevamo, questo limite scenderà a 93,6 grammi per chilometro, molto più basso dunque dell’attuale performance.

Se le case automobilistiche non si adeguano in fretta, tra l’altro dovranno pagare anche 95 euro per ogni grammo di emissioni in più rispetto al limite per ogni auto venduta, insomma milioni e milioni di euro di multe.

Alcuni produttori oggi chiedono all’Ue di fare un passo indietro. “Non tutti – chiarisce Bienati -. I produttori sapevano benissimo di questa scadenza del 2025 e hanno organizzato e preparato il loro mix produttivo per quella data, quindi anche dei piani industriali che vanno in quella direzione per arrivare ad ottemperare quei risultati richiesti dal regolamento. Per cui quello che mi aspetto è che ci sia un incremento di vendite di veicoli elettrificati ed elettrici d’accordo con i piani industriali dei car makers proprio a partire dal 2025 per raggiungere quegli obiettivi. Per aumentare le vendite però significa che devono aumentare gli acquirenti e da questo punto di vista sono necessari, in alcuni contesti come quello italiano, da sempre sono stati necessari gli eco-incentivi”.