Crisi delle uova. Gli Stati Uniti tra eggflation e contrabbando

Crisi delle uova. Gli Stati Uniti tra eggflation e contrabbando

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Negli Stati Uniti ci sono poche uova e quelle che rimangono iniziano a costare troppo. A febbraio i prezzi sono aumentati del 59% rispetto a un anno prima. Proprio nel momento in cui gli States si preparano a una guerra dei dazi con il resto del mondo, l’economia interna è scossa da una crisi inaspettata.

L’influenza aviaria, diffusa un po’ ovunque, qui ha colpito durissimo. A causare un numero più elevato di morti delle galline rispetto agli altri Paesi, sono le regole sanitarie molto più flessibili che negli Stati Uniti vengono imposte agli allevamenti. Meno galline sopravvissute negli allevamenti produrranno necessariamente meno uova e da qui deriva la scarsità del prodotto che ne fa salire il prezzo. In alcuni supermercati si trovano confezioni che fanno pagare un dollaro a uovo.

Una nuova impennata dei prezzi è prevista a Pasqua ricorrenza in cui cresce la domanda di uova da decorare e inserire nelle ricette tipiche. Le uova sono un prodotto la cui domanda è poco elastica, il consumo non varia molto all’aumentare del prezzo, chi è abituato a fare colazione con le uova continua a comprarle anche se costano di più. In questo modo il prezzo continua ad aumentare. Così gli Stati Uniti sono stati costretti a chiedere anche a Finlandia e Danimarca, dopo avere aperto all’import dalla Turchia, di vendergli delle uova.

La richiesta di esportazioni verso gli Usa ha suscitato sorpresa dopo le relazioni tormentate tra Danimarca e Stati Uniti delle ultime settimane. Il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha più volte affermato di volere annettere agli States la Groenlandia, che fa parte della Danimarca. Di fronte alle proteste della premier danese Trump ha continuato con la linea annessionista minacciando sanzioni economiche alla Danimarca se questa non dovesse cedere il controllo della Groenlandia, che è un suo territorio autonomo, sconcertando l’opinione pubblica mondiale.

Intanto la Finlandia ha già risposto di non potere esportare le uova poiché non esistono regole per l’esportazione di questo prodotto tra i due Paesi.

Negli States è però iniziato il contrabbando dal Messico. Il Wall Street Journal ha pubblicato un articolo in cui si racconta questo nuovo tipo di contrabbando. Il fenomeno si affianca a quello più noto di fentanyl, che ha portato il Messico a schierare 10mila soldati in più alla frontiera nella speranza, risultata poi vana, di scongiurare i dazi imposti dall’amministrazione Trump ai prodotti messicani. Il contrabbando è un problema però perché le uova non controllate introdotte nel Paese rischiano di introdurre delle malattie. Anche le rapine cominciano ad avere le uova come merce pregiata presa di mira.

Diversi virologi hanno sollevato l’attenzione sulla possibilità che l’aviaria si trasformi in una malattia che attacca l’uomo. La nota virologa, Ilaria Capua, ha recentemente lanciato l’allarme:  in un editoriale pubblicato sul quotidiano “Corriere della Sera” il 29 novembre 2024.

L’inflazione negli Stati Uniti era presente già al momento dell’insediamento di Trump, tanto che il presidente aveva promesso di porle un freno in tempi rapidi. Così non è avvenuto, anzi. Proprio la politica dei dazi rischia di creare un effetto inflazionistico globale a catena. per il momento è già stato coniato il termine “eggflation” per indicare l’inflazione del prezzo delle uova.

Anche la FAO ha richiamato all’azione. H5N1, il virus dell’aviaria, è altamente contagioso. Il direttore generale della FAO, Godfrey Magwenzi, ha descritto al diffusione del virus senza precedenti. “Questa può minacciare la sicurezza alimentare e ridurre le riserve di cibo in alcuni Paesi causando la conseguente perdita di mestieri rurali e introiti oltre a provocare costi maggiorati per i consumatori.”

La FAO raccomanda una risposta globale e coordinata nei confronti di un problema transfrontaliero. L’Organizzazione è impegnata nel fronteggiare questo virus da 20 anni. FAO e WOAH hanno lanciato una strategia globale per monitorare l’aviaria. Tra le raccomandazioni della FAO ai Paesi membri vi sono: l’aumento dei controlli e dei rapporti, l’aumento dei test di laboratorio, il rafforzamento della risposta in caso di epidemia, l’implementazione della cooperazione regionale e internazionale, l’aumento della consapevolezza sui rischi della malattia nella popolazione.

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