“L’Italia è sempre più esposta alla crisi climatica che avanza e all’intensificarsi degli eventi meteorologici estremi che nel 2023 sono arrivati a quota 378, +22% rispetto all’anno precedente.” Stefano Ciafani, presidente di Legambiente.
361 azioni per contrastare gli effetti del cambiamento climatico. È questo il contenuto prezioso del Piano Nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (PNACC), recentemente ratificato dall’Italia, a sei anni dalla sua prima stesura.
L’approvazione è un passo indispensabile per dotare il nostro Paese di strumenti adeguati a rispondere ai sempre più frequenti eventi estremi che si verificano sul territorio come siccità, smottamenti, ondate di calore e inondazioni. Eventi resi più problematici poiché l’Italia ha un territorio già di per sé soggetto a rischi naturali.
Il documento sottolinea come il nostro Paese si trovi nell’”Hot spot Mediterraneo”, area particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici. Il Piano mira a creare una governance multilivello e multisettoriale per dar vita ad azioni di adattamento nel territorio capaci di ridurre al minimo i rischi derivanti dai cambiamenti climatici.
Plaude all’approvazione Legambiente che chiede adesso che vengano stanziate le risorse economiche per mettere in pratica le azioni previste dal Piano. L’associazione ambientalista sollecita anche l’approvazione di un Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, “con obiettivi più ambiziosi di produzione di energia rinnovabile e di riduzione di gas climalteranti al 2030”. Secondo Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, urge l’approvazione di una legge che blocchi il consumo di suolo, attesa da 11 anni. “Solo per i danni delle due alluvioni che nel 2023 hanno colpito Romagna e Toscana”, ricorda Ciafani, “l’Italia ha speso 11 miliardi di euro, ossia oltre un terzo della legge di bilancio 2024 appena approvata dal Parlamento. Risorse economiche, che”, conclude il presidente di Legambiente, “con campagne di prevenzione e azioni di adattamento e mitigazione fatte per tempo, potevano essere in parte risparmiate.” A tal fine si chiede l’attivazione dell’Osservatorio nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici.
“L’Italia – continua Ciafani – è sempre più esposta alla crisi climatica che avanza e all’intensificarsi degli eventi meteorologici estremi che nel 2023 sono arrivati a quota 378, +22% rispetto all’anno precedente. Per questo è fondamentale che metta in campo una chiara e decisa strategia di prevenzione attuando al più presto le 361 azioni individuate nel Piano, tra cui le aree e vasche di esondazione e i processi di rinaturalizzazione dei bacini idrografici e dei versanti pe ridare spazi ai fiumi, per far sì che la nostra Penisola conviva nei prossimi anni con l’emergenza climatica evitando così di rincorrere le emergenze”.