Non ci sono abbastanza arance per fare le spremute e allora ci si arrangia con i mandarini. L’aumento delle temperature, degli eventi climatici estremi e la diffusione dei parassiti della pianta, hanno causato una riduzione della produzione mondiale di arance.
Brasile, Unione europea e Stati Uniti, i Paesi maggiori produttori mondiali sono i più colpiti, con una riduzione media del 5%. Secondo i dati Ismea, la produzione italiana 2022/2023 ha registrato un calo del 25%, calo che con tutta probabilità sarà confermato quest’anno. In Brasile la produzione è diminuita di un quarto in un solo anno.
Il prezzo del succo di arancia è schizzato nella borsa intercontinentale di New York a quasi 5 dollari al chilo, il doppio rispetto all’anno scorso.
Impossibile supplire alla scarsità di succo con le riserve degli anni passati, poiché per tre anni di seguito si è registrato il deficit e non ci sono scorte sufficienti. Tra tutti i frutti possibili sostituti, il mandarino appare l’alternativa ideale dell’arancio, il colore e il sapore del suo succo sono molto simili a quelli ricavati dalle arance e, soprattutto, l’albero di mandarino è capace di resistere più efficacemente alle temperature torride.
In Giappone, Paese che importa il 90% del succo di frutta consumato nell’isola, si è iniziato ad aggiungere succo di mandarino al succo di arancia, un primo passo verso la sostituzione.