Home Attualità Economia Covid-19, cosa vuol dire ‘ripensare il modello economico italiano’?

Covid-19, cosa vuol dire ‘ripensare il modello economico italiano’?

Covid-19. Da quando è iniziata questa emergenza COVID 19, si è più volte sentito parlare di ‘occasione per ripensare il nostro modello economico’, ma che cosa vuol dire?

Per il Professor Dipak Raj Pant, antropologo, economista e fondatore della prima squadra di ricerche sull’economia sostenibile nel mondo accademico italiano, “l’attuale crisi sanitaria globale di Covid-19, iniziata nella Repubblica Popolare Cinese (RPC), ha messo in evidenza che il modello di sviluppo economico incentrato sulla crescita materiale e monetaria è la fonte principale di molti problemi”.

La “crescita” è diventata l’elemento fondamentale della politica economica e della strategia di impresa per tutti, a prescindere dalle differenze nell’ideologia politica e nel sistema di governo.

Ciò ha portato ad una diffusa accettazione della Repubblica Popolare Cinese nella comunità mondiale nonostante i suoi scarsi risultati in termini di protezione ambientale e diritti umani.

La “crescita” economica ha conferito rispettabilità politica e legittimità morale al regime comunista cinese.

La Repubblica Popolare Cinese è diventata l’epicentro della globalizzazione mercantile, una globalizzazione parziale e distorta in cui gli affari ed i mercati sono stati globalizzati ma gli standard ambientali e sociali sono rimasti affari nazionali.

Tutti corsero verso la Cina per fare grandi affari; e gli uomini d’affari cinesi sono stati ben accolti ovunque; tutto per il bene della “crescita” economica.

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“Dobbiamo imparare una lezione al fondamentale: – spiega il Professor Pant – il progresso economico si deve misurare con il disaccoppiamento tra volumi e valore.

Il valore deve essere crescente, una crescita verticale. Valore vuol dire utile netto, valore vuol dire prestigio del marchio, valore del vuol dire valore del luogo, valore vuol dire soddisfacimento dei bisogni, valore non sempre è inteso solo in termini monetari. A parità di volume, quando il valore cresce, il volume rimane costante o addirittura riduce. È questo il disaccoppiamento”.

“Ma questo non si vede ancora – prosegue -siamo lontani da questo modello, ancora molto lontani. Forse in alcuni settori di nicchia e agroalimentare forse un po’. Io non ci credo ancora tanto, anche se adesso tutti parlano di sostenibilità. È molto più retorica che realtà. Mi dispiace dirlo così, perché io me ne occupo da 30 anni di economia sostenibile e non vedo una sostanziale svolta. Perché lo vedo nei discorsi di governo, dell’Unione Europea, della Commissione Europea, nei discorsi dei grandi esponenti del mondo imprenditoriale ed economico, è ancora un elemento marginale”.

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Strategiche per la ripresa economica e turistica italiana, potrebbero essere però le aree interne italiane ed i piccoli borghi.

Secondo me i piccoli borghi italiani, le piccole cittadine italiane e le aree rurali sono quelli che sono soggetti del nuovo rinascimento italiano. Contengono tanti elementi che di cui avrà sempre più bisogno: la salubrità, l’ecologicità, la bellezza, la comunità faccia a faccia, le fake news possono subito essere smentite. E soprattutto – conclude il professor Pant – l’età media della persone avanza. In quest’epoca siamo noi sessantenni i giovanotti. E a questo punto cosa serve?  Serve un sistema, un impianto, un’urbanistica, un modo di vivere molto più smart e congestionato come quello che c’è nelle grandi città  o serve un luogo dove si può camminare, c’è aria più buona, dove i cibi sono più sani e dove ci si conosce tutti? Ecco, è certo che questi avranno più successo in futuro, anche se non c’è molta attenzione ancora a questi luoghi”.

 

Chi è Dipak Raj Pant:

Il professor Dipak Raj Pant, antropologo ed economista, è stato il fondatore e direttore della prima squadra di ricerche sull’economia sostenibile nel mondo accademico italiano, nata in tempi in cui la ‘sostenibilità’ non era ancora di moda come adesso in Italia. Nel 2015 il Prof. Pant è stato anche il fondatore del centro di studi sulla sostenibilità (NHU Sustainability Center) presso la Nan Hua University di Taiwan.

Oltre alla libera docenza presso alcune università italiane ed estere, il Professor Pant è impegnato nel programma permanente di ricerche sul campo e di progetti sperimentali di sviluppo sostenibile in diversi paesi del mondo.

Senior Fellow della Society for Applied Anthropology (USA), il Prof. Pant è stato docente-ospite (visiting professor) presso gli atenei e business schools in diversi paesi in Europa, Asia, Russia, USA e America Latina. Inoltre, per brevi periodi il professore è stato consulente di Environmental Health & Social Policy Center di Seattle, American Museum of Natural History di New York e Field Museum di Chicago negli Stati Uniti d’America.

All’inizio della sua carriera è stato professore di Antropologia ed Ecologia Umana presso la Tribhuvan University di Kathmandu (Nepal).