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Rifiuti e Covid-19, Commissione Ecomafie: preoccupano interessi illeciti

Covid-19. “Siamo preoccupati per il settore dei rifiuti. Con le imprese in difficoltà, c’è il rischio che qualcuno sia tentato di ricorrere a scorciatoie e a smaltimenti illeciti”.

È la denuncia del presidente della Commissione Bicamerale Ecomafie, Stefano Vignaroli, nel corso della presentazione della relazione “Emergenza epidemiologica COVID-19 e ciclo dei rifiuti” approvata all’unanimità dalla Commissione.

“Con questa inchiesta – ha aggiunto Vignaroli – la Commissione ha voluto tracciare un quadro della situazione del ciclo dei rifiuti collegata all’emergenza COVID-19. Sul fronte dell’illegalità ambientale, sono preoccupato per le molte aziende in situazione di difficoltà e per questo più permeabili a interessi illeciti. Proprio per non alimentare rischi di gestioni dei rifiuti illegali o irregolari, la Commissione raccomanda fortemente di superare i numerosi provvedimenti derogatori messi in campo a livello statale e regionale: c’è già un percorso avviato in questo senso a livello parlamentare”.

Il contesto normativo

Il contesto normativo generale di gestione dell’emergenza si presenta complesso e stratificato da provvedimenti di livello diverso (statali, regionali e di enti locali).

In questo ambito, i provvedimenti statali aventi valore di legge sono rappresentati dagli articoli 113 e 113-bis del decreto-legge n. 18 del 2020, che introducono norme derogatorie di portata generale, e dall’articolo 30-bis del decreto-legge n. 26 del 2020, che interviene incidentalmente sul regime dei rifiuti sanitari.

Non riguarda in sé il ciclo dei rifiuti, ma apre una prospettiva più ampia nel campo della tutela ambientale, l’articolo 4-bis del decreto- legge n. 23 del 2020 che ha inserito i servizi ambientali e le attività di bonifica nella lista delle attività maggiormente esposte a rischio di infiltrazione criminale.

Istituto superiore di sanità e Sistema nazionale di protezione ambientale hanno collaborato per fornire a livello nazionale indicazioni e soluzioni tecniche e scientifiche sulla gestione dei rifiuti, sotto forma di raccomandazioni e rapporti.

Tali atti tuttavia, non avendo natura normativa, non sono vincolanti.

Gli interventi sul ciclo dei rifiuti sono, invece, in buona parte derivati da ordinanze delle singole Regioni, di natura derogatoria rispetto a regole vigenti, sulla base di una circolare del Ministero dell’Ambiente che ha suggerito alle Regioni stesse l’uso di tali strumenti di deroga.

Il risultato è una disciplina regolatoria non uniforme su tutto il territorio nazionale che ha suscitato qualche perplessità sin dalla fase iniziale e qualche incertezza negli operatori.

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Provvedimenti derogatori ed effetti sul ciclo dei rifiuti

A livello nazionale, il decreto legge 18/2020 prevede all’art. 113 il rinvio di alcune scadenze per gli adempimenti relativi a comunicazioni sui rifiuti.

Con l’art. 113-bis, invece, senza limitazioni temporali per l’emergenza, è divenuto possibile depositare nel luogo di produzione, senza richiedere alcuna autorizzazione (e, quindi, senza le prescrizioni dell’autorizzazione e senza comunicazione alla pubblica amministrazione), rifiuti fino a 60 metri cubi e fino a 18 mesi, purché ciò avvenga senza commistioni e per categorie omogenee; e, quanto ai rifiuti pericolosi, rispettando solo le norme tecniche per etichettatura, deposito ed imballaggi dei rifiuti pericolosi stessi.

Sulla base delle indicazioni fornite dal Ministero dell’Ambiente, Regioni e Province autonome sono intervenute con ordinanze disponendo, in molti casi, un incremento della capacità di stoccaggio degli impianti, previa presentazione di una SCIA (segnalazione certificata di inizio attività) e senza onere di garanzia finanziaria aggiuntiva o adeguamento dell’iscrizione nell’albo dei gestori ambientali.

Oggi, in alcune Regioni, la capacità di stoccaggio può essere aumentata nel limite massimo del 50%, in altre del 20% o del 30%.

Le indicazioni ministeriali hanno anche favorito l’adozione di ordinanze regionali volte ad incrementare la durata del deposito dei rifiuti urbani presso i centri di raccolta, nonché ad autorizzare gli impianti di incenerimento a raggiungere la capacità termica massima valutata in sede di autorizzazione.

Secondo le informazioni e le analisi svolte dalla Commissione, queste misure non sono state sempre giustificate da reali esigenze operative e gestionali, considerando che l’emergenza epidemiologica ha comportato in generale una riduzione della produzione di rifiuti.

Tali deroghe possono portare a un aumento delle quantità presenti negli impianti operato anche da soggetti non in grado di gestirli, con possibili conseguenti irregolarità.

Inoltre, il combinato disposto di deroga alle autorizzazioni, modifica delle stesse e SCIA come disciplina derogatoria generale e non limitata ad alcune categorie di rifiuti potrebbe favorire fenomeni di gestione illegale.

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Il documento (relatori: On. Stefano Vignaroli, Sen. Massimo Berutti, On. Giovanni Vianello), che è già stato inviato ai Presidenti delle Camere, è stato condotto attraverso numerose audizioni svolte presso palazzo San Macuto, insieme ad acquisizioni e analisi di documenti.

La Commissione ha preso in esame il ciclo dei rifiuti nel periodo dell’emergenza, approfondendo sia il quadro dei provvedimenti normativi statali e regionali, sia l’operatività della gestione delle diverse tipologie di rifiuti.

La Commissione si è inoltre soffermata sugli effetti dell’emergenza epidemiologica in termini di produzione dei rifiuti, sia sanitari, sia connessi a misure di contenimento del contagio e uso diffuso di dispositivi di protezione.

Sono state prese in esame anche questioni correlate, quali l’impatto ambientale di forme di sanificazione diffusa, il trattamento delle acque reflue e le correlazioni con l’epidemia COVID-19, il possibile rapporto tra inquinamento atmosferico e contagio.

“I risultati degli approfondimenti della Commissione – ha sottolineato Vignaroli – mostrano che il sistema impiantistico italiano ha tenuto e non si sono registrati picchi di contagio tra gli operatori della raccolta, né interruzioni del servizio. In questi mesi si è assistito anche a un aumento di particolari rifiuti come guanti, mascherine, stoviglie e imballaggi monouso”.

Per il Presidente della Commissione Ecomafie, “adesso che la fase più acuta dell’emergenza è alle spalle, è necessario usare in maniera più razionale questi prodotti, puntando anche sulla sensibilizzazione di cittadini e imprese. Nella vita quotidiana, infatti – ha precisato – l’uso dei guanti non garantisce maggiore sicurezza e le mascherine di comunità riutilizzabili consentono una protezione adeguata. Nei locali pubblici, le stoviglie usa e getta non garantiscono più sicurezza e sono quindi da evitare in favore di quelle riutilizzabili”.

La relazione si conclude con una serie di raccomandazioni alle istituzioni per una ripresa che tenga in conto le esigenze sia di rispetto degli obiettivi di economia circolare nell’ambito di un ciclo dei rifiuti efficiente e focalizzato sul recupero di materia, sia di efficientamento del sistema dei controlli ambientali e di contrasto all’illegalità.

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Raccomandazioni della Commissione:

  • rispettare i principi nazionali ed europei in materia di economia circolare e degli obiettivi in questo campo; affrontare il tema dell’end of waste sistematicamente, rapidamente e con uno sguardo al futuro; considerare inoltre l’impatto economico dell’emergenza sulle tariffe e sugli introiti delle imprese e degli enti pubblici con particolare riguardo alla sospensione della riscossione della TARI;
  • svolgere un’opera di informazione e sensibilizzazione condivisa tra organi statali, regioni ed enti locali nei confronti dei cittadini sulle pratiche di protezione individuale basate, ove possibile, sull’igienizzazione e il riutilizzo anziché sul monouso;
  • investire risorse in ricerca tecnologica e organizzativa per la riconduzione a razionalità dell’uso dei presidi individuali e di materiali usa e getta, per la raccolta e il trattamento dei materiali dismessi, per lo sviluppo di nuovi materiali orientati alla sostenibilità;
  • sul tema della gestione dei rifiuti ospedalieri, riflettere sugli effetti della sterilizzazione in situ quale soluzione idonea a evitare aumenti delle quantità di rifiuti inceneriti e trasporti di rifiuti dai presidi ospedialieri agli impianti;
  • superare le norme derogatorie statali e le ordinanze derogatorie regionali; ponderare e compensare l’accoglimento di istanze di semplificazione in materia di regolazione ambientale con una adeguata pianificazione di controlli; razionalizzare l’intervento pubblico sul fronte dei controlli ambientali, coordinando le azioni in tal senso di agenzie di controllo ambientale, di controllo sanitario, polizie giudiziarie ordinarie e specializzate, per non gravare con “controlli su controlli”;
  • promuovere con decisione l’esame scientificamente fondato e assistito dall’attività dei soggetti pubblici con competenze tecniche e scientifiche – in primo luogo ISS e ISPRA/SNPA – dei temi sensibili della presenza di virus o materiale genetico di virus nelle acque reflue e del rapporto tra emergenza epidemiologica e inquinamento atmosferico;
  • sul fronte del ciclo dei rifiuti, considerare le criticità di segmenti del sistema impiantistico nazionale e la necessità di costruzione di una filiera economica del trattamento di materia;
  • tenere conto, nei provvedimenti legislativi in corso di esame o che verranno presentati nell’immediato futuro, dell’esperienza dell’emergenza epidemiologica e degli scenari futuri attesi, anche sulla base di un monitoraggio, affidato agli enti istituzionali, dell’evoluzione delle situazioni e della loro percezione diffusa;
  • affrontare il parallelo sviluppo di tecnologia, organizzazione, amministrazione e norme affidando i compiti di elaborazione e attuazione ai soggetti istituzionali, con una comunicazione rapida e trasparente con gli interlocutori pubblici e privati, e una produzione di regole chiare e ben governate nell’attuazione e nell’applicazione;
  • attuare un più ampio scambio di informazioni, e di strumenti di coordinamento tra le autorità giudiziarie, e tra esse e polizie giudiziarie ed enti di controllo.

 

Oltre che ai presidenti dei due rami del Parlamento, e, come da prassi, a tutti gli interlocutori dell’inchiesta, la Commissione ha inviato la relazione anche ai presidenti delle Regioni, per il ruolo che le Regioni hanno avuto nell’emergenza e che dovrà essere costruito per il futuro.

L’analisi dell’evoluzione dei temi affrontati nell’inchiesta e dell’esito delle osservazioni e raccomandazioni formulate nella relazione sarà oggetto di un successivo approfondimento da parte della Commissione.

“Il nostro lavoro su ciclo dei rifiuti ed effetti dell’emergenza COVID-19 va avanti – ha concluso il Presidente Vignaroli – la Commissione continuerà a monitorare le criticità del settore dei rifiuti e i rischi di illegalità e di infiltrazioni illecite in aziende in difficoltà”.