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Coronavirus, Bolsonaro viola le norme di isolamento e Twitter rimuove video

Il presidente Bolsonaro passeggia serenamente per la città violando le misure ribadite dal Ministro della Sanità. Twitter rimuove due video postati dal presidente sul suo profilo. Intanto associazioni ed organismi del settore della sanità brasiliano denunciano il suo comportamento. 

Il presidente brasiliano Jair Bolsonaro è uscito a passeggiare domenica a Brasilia, percorrendo vari punti della capitale, dove ha incontrato decine di persone con le quali ha scattato selfie e scambiato saluti, violando le norme di isolamento sociale ribadite il giorno prima dal suo ministro della Sanità, Luiz Henrique Mandetta.

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 Alcuni momenti della passeggiata di Bolsonaro sono stati ripresi in una serie di video, poi diffusi sui social del presidente. Ma due di questi sono stati rimossi e sostituiti da un messaggio in cui Twitter ha spiegato di aver recentemente ampliato le sue regole sulla gestione dei contenuti che contraddicono le informazioni sulla salute pubblica fornite da fonti ufficiali e che potrebbero mettere le persone a maggior rischio di essere contagiate.

Nei tweet eliminati in un video Bolsonaro difendeva le persone che continuano a lavorare, sostenendo che solo chi ha più di 65 anni dovrebbe rimanere a casa; nell’altro criticava le misure di isolamento, diceva che “il paese sarà immune quando il 60-70 per cento sarà infettato” e che esiste già una medicina contro il coronavirus, cosa non vera. 

Flavio Bolsonaro, senatore e figlio del presidente, ha condiviso su Twitter l’immagine di un uomo ricoverato in ospedale, con respiratore, che illustra un testo intitolato “quattro pazienti di San Paolo guariti con la idrossiclorochina“. La foto, però, ritrae in realtà un pittore locale, Walter Hugo Balestra, mentre era ricoverato per un enfisema polmonare nel luglio dell’anno scorso. L’uomo non è mai stato contagiato di coronavirus e l’Oms ha determinato che finora non esiste nessuna cura per il virus.

Sono 350 fino a oggi le vittime legate al contagio da nuovo coronavirus in America latina. Il contagio interessa oramai tutti i paesi della regione, i cui governi hanno varato misure sempre più restrittive su spostamenti interni e viaggi. Resiste il Brasile, paese col maggior numero dei contagi, ma  lo stesso Bolsonaro continua a denunciare una esagerazione dei media sulla portata dell’emergenza.

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In Messico si contano 993 casi di contagio e 20 morti. Il 24 marzo il governo ha decretato l’ingresso nella fase due dell’emergenza, varando le misure di contenimento sociali in tempo considerato utile per raffreddare l’attesa esplosione dell’epidemia. A Panama si registrano ad oggi 989 casi confermati e 24 decessi. Il presidente Laurentino Cortizo ordina una serrata totale, a tempo indefinito, su tutto il territorio nazionale. Scattata la quarantena a Cuba, 139 casi di contagio, tre morti, di cui un turista italiano di 61 anni, e un paziente guarito

Più di una ventina di associazioni ed organismi del settore della sanità brasiliano hanno sottoscritto una dichiarazione comune nella quale denunciano come “intollerabile ed irresponsabile” la posizione assunta dal presidente  Bolsonaro riguardo alle misure di isolamento sociale varate per limitare la diffusione del coronavirus. Le associazioni attaccano soprattutto il discorso di Bolsonaro trasmesso a reti unificate lo scorso 24 marzo, definendolo “incoerente e criminale“.

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Nel testo si sottolinea che le dichiarazioni del presidente – nella quali stigmatizzava tra l’altro l’ “isterismo” di governatori e sindaci che hanno adottato misure di isolamento sociale – negano di fatto le prove scientifiche raccolte finora, “sminuendo l’importanza del lavoro serio di tutta una rete nazionale e mondiale di medici e di specialisti nello sviluppo della tecnologia sanitaria“. La “perversa presa di posizione” del presidente, aggiunge la dichiarazione, “potrebbe portare ancora più morti e sofferenze alla popolazione brasiliana, particolarmente nei suoi segmenti piu’ vulnerabili“, per cui e’ necessario che “le istituzioni reagiscano per porre freno all’irresponsabilità di chi occupa la poltrona della presidenza, prima che il caos diventi irreversibile“. La dichiarazione è stata firmata, tra l’altro dal sindacato nazionale dei lavoratori della sanità, dalla federazione brasiliana dei farmaceutici, dalla società’ brasiliana di bioetica, dal centro nazionale di studi sulla salute e dalla federazione nazionale degli psicologi.

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