Una proposta rivoluzionaria ma forse troppo ambiziosa, dal momento che per aiutare i Paesi più vulnerabili e in via di sviluppo la contribuzione è volontaria e non obbligatoria.
Cop29, la proposta ambiziosa dell’Azerbaigian in qualità di Paese ospitante: un fondo clima (Climate Action Fund) da destinare ai Paesi più vulnerabili e in via di sviluppo, finanziato appositamente dai grandi produttori di combustibili fossili. Una proposta forse difficilmente realizzabile, ma comunque di un certo impatto geopolitico e indubbiamente rappresentativa delle istanze che da tempo rivendicano la giustizia climatica e sociale.
Va però sottolineato che il fondo clima proposto dalle autorità di Baku avrebbe natura volontaria e farebbe rientrare anche lo stesso Azerbaigian tra quei Paesi produttori di combustibili fossili che dovranno garantire risorse per le aree del mondo più suscettibili ai cambiamenti climatici. Il Paese a cavallo tra Europa e Asia, infatti, produce sia petrolio che gas.
Come scrive Axios, il fondo clima proposto in vista della prossima Cop29 includerebbe denaro pubblico e privato, insieme a sovvenzioni e altri tipi di assistenza non solo di fronte alle emergenza, ma anche per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici. Con il fondo d’azione, potrebbero essere forniti anche accordi di acquisto per progetti di energia rinnovabile e capitale in perdita per progetti industriali sostenibili nei Paesi in via di sviluppo.
Il Climate Action Fund proposto dall’Azerbaigian potrebbe diventare operativo già al termine della prima fase di raccolta fondi, che ha l’obiettivo di raggiungere un miliardo di dollari. I Paesi e le aziende più inquinanti, su base volontaria, potranno fornire dei piccoli contributi annuali. Tutto, però, dipenderà dall’effettiva volontà di contribuire ad un simile progetto. Ed è lecito nutrire qualche dubbio.