Nonostante il pugno duro del governo egiziano, centinaia di attivisti climatici sono scesi in piazza per chiedere giustizia climatica e diritti umani alla COP27 in corso a Sharm el-Sheikh in Egitto. Chiesta anche la liberazione del dissidente politica Alaa Abdel Fattah. Il servizio video

Centinaia di persone nei giorni scorsi hanno deciso di sfidare il governo del Cairo – poco aperto alle proteste – e manifestare contro la crisi climatica e per i diritti umani durante la COP27 in corso in Egitto.

Tanti gli slogan urlati dai manifestanti in diverse proteste organizzate, dopo aver ricevuto l’autorizzazione da parte del governo, all’interno dell’area circostante il centro congressi di Sharm el-Sheikh dove sono in corso i negoziati da domenica 6 novembre.  A differenza di quanto accaduto lo scorso anno a Glasgow, infatti, i manifestanti non sono potuti scendere in strada a manifestare a causa del divieto voluto dal presidente egiziano Al-Sisi.

COP27, chiesta la liberazione dell’attivista Alaa Abdel Fattah

E dunque, affianco alla manifestazione generale per il clima, e a quella in cui gli attivisti climatici provenienti da diversi Paesi dell’Africa hanno portato l’attenzione sui temi della giustizia climatica nel Continente, a fare più rumore – almeno all’estero – è stata la protesta in cui veniva chiesta la liberazione del dissidente politico e attivista per i diritti umani Alaa Abdel Fattah. Dopo sette mesi di sciopero della fame, Abdel Fattah ha iniziato a rifiutare anche l’acqua.

L’urlo comune a tutti i manifestanti per il clima, in Egitto come nel resto del mondo, è che non può esistere giustizia climatica senza diritti umani.