
Cop 24. E’ in corso a Katowice, in Polonia, fino al 14 dicembre, la Cop24 la conferenza sul clima che deve definire le regole di attuazione dell’Accordo di Parigi del 2015. L’obiettivo ultimo è cercare di mettere un freno al cambiamento climatico a livello globale e definire un “Rule Book”, un libro guida per attuare tutti i principi dell’Accordo, che entrerà in vigore nel 2020.
Nel corso della Cop24 si stabilirà anche come distribuire le risorse finanziarie necessarie a sostenere i paesi meno sviluppati per indurli a ridurre le proprie emissioni di CO2. Alla Conferenza 30mila delegati provenienti da tutto il mondo, che devono stabilire le azioni concrete da portare avanti per contenere l’aumento della temperatura media entro i 2 gradi sino a fine secolo.
“Siamo i meno responsabili del cambiamento climatico ma anche i più vulnerabili alle sue conseguenze”, ha affermato Gebru Jember Endalew, presidente delle delegazioni dei Paesi meno sviluppati (Ldc), nel corso della conferenza delle Nazioni Unite Cop24. Secondo il diplomatico etiope, per le politiche di contrasto serviranno “miliardi e miliardi”. A questo proposito, la Banca Mondiale ha annunciato un finanziamento di 200 miliardi di dollari per cinque anni a sostegno dei paesi che mettono in campo politiche concrete contro i cambiamenti climatici.
Ma cosa è la Cop?
La Cop, o Conferenza delle parti, è l’incontro annuale dei paesi firmatari del UNFCCC, la Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici siglata nel 1992 in occasione del summit per la Terra di Rio de Janeiro. Nel corso della conferenza, i delegati analizzano i progressi compiuti nell’affrontare il fenomeno del cambiamento climatico: la prima Cop si è tenuta nel 1995 a Berlino. Il Trattato di Rio del 1992 non prevedeva limiti obbligatori per le emissioni di gas serra alle singole nazioni, ma stabiliva che i firmatari si sarebbero riuniti in apposite conferenze annuali per siglare degli accordi volti a ridurre la produzione di CO2. Il protocollo più importante è quello di Kyoto, adottato nel 1997 e diventato molto più noto che la stessa UNFCCC. Il suo obiettivo dichiarato è “raggiungere la stabilizzazione delle concentrazioni dei gas serra in atmosfera a un livello abbastanza basso per prevenire interferenze antropogeniche dannose per il sistema climatico”. I paesi firmatari sono in tutto 189, ma Andorra,Brunei, Città del Vaticano, Iraq e Somalia sono Osservatori dell’UNFCCC.
Ma perché è così importante?
La Cop24 è la prima riunione sul clima che si tiene dopo la pubblicazione ad ottobre del report dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC): nel documento si afferma che per limitare l’aumento della temperatura a 1.5 gradi i governi dovranno ridurre le emissioni di gas serra del 45 per cento entro il 2030. Uno studio recente tuttavia ha dimostrato che le emissioni di CO2 sono in aumento dopo quattro anni. “Ciò che i ministri e gli altri leader diranno a Katowice alla Cop24 determinerà gli sforzi che si faranno negli anni a venire e aiuterà il mondo a raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, compresa la protezione dei più vulnerabili ai cambiamenti climatici” – hanno affermato i presidente dei quattro precedenti incontri sul clima -“L’IPCC ha dato qualche speranza confermando che limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi è ancora possibile: qui a Katowice dobbiamo lavorare insieme in modo costruttivo per far sì che l’obiettivo che ci siamo posti possa diventare realtà”.
“Quella del clima è già oggi una questione di vita o morte” per diverse le regioni e paesi del mondo. È quello che ha affermato Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni unite, in un drammatico appello rivolto nel discorso di apertura della Conferenza climatica COP24.
In 40 hanno percorso 600 chilometri con una bici elettrica per arrivare a Katowice, partii da Vienna. Il gruppo di ciclisti ha voluto così dimostrare il valore di una bicicletta e della mobilità elettrica (e-mobility) per ridurre le emissioni di gas serra. Carlos Salle, direttore delle politiche energetiche e dei cambiamenti climatici di Iberdrola, azienda spagnola specializzata in energia elettrica e gas naturale: “Questa iniziativa viene da un’alleanza che abbiamo lanciato e co-organizzato con la rete spagnola Global Compact e Iberdrola. C’è molta gente di diverse istituzioni, università, ong, molti esperti che chiedono più ambizioni e urgenza nelle soluzioni ai cambiamenti climatici”.
I 200 paesi riuniti in Polonia per cercare di mettere in atto l’accordo di Parigi del 2015 devono “fare di più” per limitare l’impatto senza precedenti della deregolamentazione climatica, ha chiesto l’Onu domenica. Patricia Espinosa, segretario esecutivo dei cambiamenti climatici dell’Onu, ha lanciato l’allarme, sostenendo che “gli effetti dei cambiamenti climatici non sono mai stati così gravi”. “Quanto sta accadendo alle comunità di tutto il mondo, morti, distruzione in molti posti, sofferenza, derivano dalle conseguenze dei cambiamenti climatici, ciò rende il nostro lavoro più urgente”. Ma intanto, proprio Katowice, che ospita la conferenza sul clima dell’Onu, è una delle città più inquinate d’Europa. Situata nel Sud del paese, nel cuore del bacino carbonifero della Slesia, decine di migliaia di persone si guadagnano da vivere proprio grazie al carbone, con la Polonia che si rifiuta di passare ad energie meno inquinanti.
“L’elefante nella cristalleria dei negoziati sul clima è, purtroppo, ancora il carbone. Negli USA, l’effetto Trump è stato quello di accelerare, nonostante le intenzioni, la chiusura delle centrali a carbone – nel 2018 se ne chiuderanno per 14.3 GW, il doppio dei 7 GW del 2017 – a dimostrazione che è una tendenza ormai inarrestabile. In Europa il carbone è in declino, ma è proprio la Polonia, che ha la presidenza della COP, che cerca di convincere la Unione Europea a ‘sussidiare’ il combustibili più nocivo per il clima, la salute e l’ambiente. Domani il trilogo UE deciderà se assegnare persino alle centrali più inquinanti, quelle a carbone, i meccanismi di capacità, vale a dire una remunerazione dovuta al solo fatto di poter produrre energia, come chiede la Polonia. Ci auguriamo che l’Italia faccia sentire la propria voce e blocchi tale sussidio sporchissimo, questo sì degno di una mobilitazione contraria dei consumatori”, dichiara la responsabile Clima Energia del Wwf Italia, Mariagrazia Midulla.
Al presidente polacco Andrzej Duda che nel corso di una conferenza stampa presso la COP, aveva affermato che la Polonia non può rinunciare al carbone risponde Marta Anczewska, responsabile delle politiche climatiche ed energetiche del WWF-Polonia: “La scienza ci dice che dobbiamo raggiungere zero emissioni nette prima del 2050 se vogliamo raggiungere gli obiettivi di Parigi ed evitare le conseguenze peggiori del cambiamento climatico. La posizione del presidente Duda è in netto contrasto con l’ambizione richiesta in questo round di negoziati sul clima. Il carbone non ha posto nei futuri sistemi energetici per limitare il riscaldamento a 1,5° C. La Polonia può e deve invece accelerare una transizione giusta verso un’economia a zero emissioni”.
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