Biodiversità, la COP16 sbarca a Roma dal 25 al 27 febbraio 2025

Obiettivo della riapertura dei lavori della COP16 a Roma è il raggiungimento della pace con Madre Terra. Sergio Costa (M5S): “L’Italia deve farsi capofila di una visione naturalistica del territorio”.

Riprenderà in Italia, a Roma, nella sede dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), dal 25 al 27 febbraio 2025, la COP16, cioè la Conferenza delle Parti sulla Convenzione delle Nazioni Unite per la Biodiversità. Ad annunciarlo è l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) dopo il flop dei negoziati a Cali, in Colombia, tra il 21 ottobre e il 1° novembre 2024. Obiettivo della riapertura dei lavori è, secondo il ministro dell’Ambiente e dello Sviluppo Sostenibile della Colombia e Presidente della COP16, cioè della Conferenza delle Parti sulla Convenzione delle Nazioni Unite per la Biodiversità, Susana Muhamad, il raggiungimento della pace con Madre Terra. “L’Italia deve farsi capofila di una visione naturalistica del territorio“, commenta il Vicepresidente della Camera dei Deputati e deputato del Movimento Cinque Stelle (M5S), Sergio Costa.

Durante la prima sessione della COP16, cioè della Conferenza delle Parti sulla Convenzione delle Nazioni Unite per la Biodiversità, i rappresentanti di 196 Paesi non avevano sottoscritto un’intesa per finanziare un fondo necessario al ripristino degli habitat naturali degradati nelle aree più povere del Globo. A non volere spendere risorse economiche per animali e piante erano stati Canada, Svizzera e Unione Europea. Proprio per questo gli Stati dell’Africa e dell’America del Sud avevano espresso rabbia per il trattamento subìto. La riapertura dei negoziati a Roma, Città Eterna esempio non solo di cultura ma anche di biodiversità, potrebbe aprire nuovi scenari nella salvaguardia della ricchezza di vita del pianeta Terra.