Lo spettro della guerra nucleare, ecco le conseguenze sull’ambiente e sugli esseri umani

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Il professor Luigi Verolino (Università Federico II) a TeleAmbiente: “Le bombe di oggi sono estremamente più devastanti di quelle esplose nel 45. Anche una sola bomba atomica distruggerebbe la vita per migliaia di chilometri”

In questi giorni si parla spesso del timore che la guerra in Ucraina possa trasformarsi in un conflitto più ampio tra potenze nucleari. Un ritorno dello spettro della guerra atomica che – a oltre trent’anni dalla fine della guerra fredda – non è pienamente compresa dai non addetti ai lavori.

Professor Luigi Verolino (Università Federico II di Napoli), esperto di reattori nucleari. Negli ultimi 77 anni, cioè da quando è esplosa la prima bomba atomica, come è cambiato questo tipo di arma?
“Le bombe esplose alla fine del secondo conflitto mondiale erano bombe a fissione nucleare. In particolare, la bomba di Hiroshima era una bomba di 16 chilotoni. Cioè, 16mila tonnellate di tritolo equivalente. Da allora sono stati fatti molti avanzamenti. Si è passati dalla bomba a fissione a quella a fusione nucleare, che viene detta Bomba H. La Russia possiede la più potente arma termonucleare, che viene chiamata Bomba Zar, e ha una potenza distruttrice di 50 megatoni”. 

Dunque se esplodesse quella bomba andrebbe assai peggio di quanto successe nel ’45?
“Stiamo parlando di una bomba terribilmente più devastante. La bomba su Hiroshima fece circa 250mila morti. La bomba zar ha un potenziale distruttivo 5-6mila volte maggiore”. 

Nel caso in cui esplodesse una sola bomba nucleare di ultima generazione cosa accadrebbe all’ambiente?
“Esso sarebbe distrutto e devastato per centinaia, forse migliaia di anni. Sull’atollo di Bikini dove venivano esplose bombe H in maniera sperimentale ancora non si può vivere e sono passati circa 75 anni. Inoltre le acque, il suolo, il terreno verrebbero radioattivamente inquinati. La vita per un raggio di almeno 1200 chilometri sarebbe completamente devastata”.  

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