In questo numero di Agrifood Magazine, realizzato in collaborazione con Italpress: 1) Nuovi record per il commercio con l’estero; 2) Confagricoltura chiede una svolta europea; 3) Fertilizzanti, in arrivo le etichette digitali; 4) Crescono le superfici agricole coltivate con metodo biologico
In questo numero di Agrifood Magazine, realizzato in collaborazione con Italpress:
1) Nuovi record per il commercio con l’estero: Nel 2023 l’agroalimentare italiano ha segnato nuovi record per gli scambi con l’estero. In particolare, l’export è cresciuto del 6,6% rispetto al 2022, raggiungendo quota 63,1 miliardi di euro. Nel 2018 non superava i 42 miliardi di euro. Primato anche per le importazioni che raggiungono i 64,7 miliardi di euro, con un aumento del 4,1% rispetto al 2022. Sono alcuni dei dati del Rapporto 2023 sul commercio estero dei prodotti agroalimentari realizzato dal CREA Politiche e Bioeconomia. Nel 2023 l’incremento in valore delle esportazioni agroalimentari italiane riguarda quasi tutti i principali mercati e prodotti. Crescono in valore e in quantità le vendite all’estero di carni preparate e formaggi. Per le importazioni l’andamento è più diversificato: dopo il netto incremento generalizzato dello scorso anno, nel 2023 l’import di prodotti come olio di semi, caffè greggio e mais, si riduce in valore e in quantità. Anche nel 2023 l’andamento dei prezzi internazionali produce un disallineamento tra l’andamento dei valori e quello delle quantità, ma più contenuto rispetto al 2022.
2) Confagricoltura chiede una svolta europea: Con la nuova legislatura europea “è indispensabile assicurare la coesistenza tra sostenibilità ambientale e sostenibilità economica, grazie alla diffusione delle innovazioni tecnologiche. In quest’ottica, vanno perciò riconsiderate alcune decisioni assunte che penalizzano le imprese agricole: dal regolamento sul ripristino della natura alle nuove regole sulle emissioni industriali estese agli allevamenti di suini ed avicoli”. Lo ha sottolineato Confagricoltura in occasione dell’Assemblea estiva che si è svolta a Milano.
3) Fertilizzanti, in arrivo le etichette digitali: Dopo l’approvazione del Parlamento europeo, anche il Consiglio Ue ha dato il suo via libera alla proposta di regolamento che semplifica, per consumatori e produttori, l’etichettatura dei fertilizzanti digitalizzando le informazioni, anche ambientali. Il regolamento promuove l’uso di etichette digitali su questi prodotti, come codici QR o a barre che reindirizzano l’utente a una pagina web in cui sono archiviate le informazioni dell’etichetta. Sarà comunque possibile, dove necessario, mantenere la possibilità di utilizzare etichette fisiche. In ogni caso, andrà garantito ai consumatori l’accesso “fisico” a informazioni minime sulla sicurezza e la protezione della salute umana, animale e vegetale e dell’ambiente, nonché sull’efficienza agronomica e sul contenuto e corretto utilizzo dei fertilizzanti. Secondo le norme aggiornate, le etichette digitali avranno una durata di vita di almeno 10 anni da quando il prodotto viene immesso sul mercato e alla Commissione europea sarà conferito il potere di aggiornare i requisiti generali in materia di etichettatura digitale mediante atti delegati. L’utilizzo di etichette digitali sarà consentito anche per i prodotti sfusi, quelli venduti senza imballaggio, a patto che le informazioni contenute nell’etichetta siano anche esposte in formato fisico in un luogo visibile presso il punto vendita.
4) Crescono le superfici agricole coltivate con metodo biologico: Crescono le superfici agricole coltivate con metodo biologico in Italia, ma diminuiscono i vigneti bio, con un calo tutto imputabile all’uva da vino. È la fotografia scattata dal Rapporto “Bio in cifre” 2024 di Ismea, secondo il quale nel 2023 in Italia la Sau (superficie agricola utilizzabile) è cresciuta del 4,5% sul 2022, toccando i 2,5 milioni di ettari, quasi il 20% della Sau nazionale. Calano invece del 2% rispetto al 2022, gli ettari vitati bio, tra quelli convertiti (102.925) e in conversione (30.081), con una perdita complessiva di -2.660 ettari, tutti imputabili all’uva da vino (-mentre i vigneti bio per uva da tavola sono cresciuti del 47,1%. La crescita delle superfici ha riguardato soprattutto prati e pascoli e colture industriali e foraggere, mentre hanno perso ettari le proteiche e le produzioni cerealicole. Crescono, seppure a un ritmo più attenuato, le ortive, in un’annata che ha, invece, confermato la superficie bio complessiva delle coltivazioni permanenti, nonostante le riduzioni di vite, agrumi e frutta fresca, compensate dagli incrementi di ulivi e frutta in guscio. I record del biologico italiano però – avverte Coldiretti – sono minacciati dall’aumento spropositato delle importazioni di prodotti biologici dall’estero, cresciute del 40% nel 2023. Prodotti che non assicurano la stessa qualità e sicurezza di quelli nazionali ma che finiscono spesso per essere venduti come tricolori grazie alla mancanza di un’etichettatura d’origine riconoscibile. Gli arrivi di cibo biologico extra Ue in Italia – spiega Coldiretti – sono passati dai 177 milioni di chili del 2022 ai 248 milioni del 2023, secondo l’ultimo rapporto della Commissione Ue, mentre quelle totali nell’Unione Europea sono diminuite del 9%. Il rischio è che l’invasione di prodotto straniero a basso costo finisca per mettere all’angolo quello italiano di qualità, causando un’inversione di tendenza rispetto alla crescita dei terreni coltivati.