Il meteorologo Francesco Laurenzi parla a TeleAmbiente del cambiamento climatico e dei suoi effetti, con un appello alla popolazione per evitare rischi inutili.
Colonnello Laurenzi, ne abbiamo viste di tutti i colori negli ultimi mesi: dalla siccità epocale al caldo record, non solo quest’estate ma anche nel mese di ottobre. La temperatura del Mediterraneo è abbondantemente sopra la media, dobbiamo aspettarci eventi meteorologici estremi?
“In questo inverno, fino a tutto gennaio, avremo delle temperature di circa 2°C al di sopra della media. A ottobre addirittura è rifiorita la mimosa, e non è bello ma allarmante. Quanto accaduto ci deve far riflettere sulla mano dell’uomo e sul cambiamento climatico. Il rischio di fenomeni particolarmente intensi c’è. Nel corso della storia ci sono stati già eventi eccezionali, come l’aumento della temperatura tra il 1200 e il 1300 che poi ha causato pestilenze, siccità e carestie. Noi stiamo vivendo un periodo analogo“.
Oltre ai fenomeni estremi, l’Italia è particolarmente a rischio per il dissesto idrogeologico. Non possiamo certo mettere in sicurezza il Paese in pochi mesi, ma allora perché non fare campagne istituzionali di prevenzione per i cittadini?
“Siamo usciti dall’ottimo climatico. Fino a pochi decenni fa, avevamo delle stagioni con un clima ben definito e pochi eventi eccezionali. E per lungo tempo abbiamo iniziato a costruire sui fiumi, pensando che la pulizia dei corsi d’acqua e i canali di scolo fossero qualcosa di superfluo. Adesso dobbiamo capire che meteo e clima non sono più favorevoli: il tempo non è più clemente come accadeva fino a tutti gli anni ’90, la pioggia oggi è qualcosa di pauroso. Bisogna fare i conti con i rischi ma soprattutto tutelare l’ambiente“.
Non sarebbe il caso di lanciare un appello alla popolazione su cosa fare in caso di alluvione? Dovrebbero pensarci le istituzioni, ma se bastasse a salvare anche una sola vita, è necessario sensibilizzare le persone.
“Ci sono delle norme di comportamento ma andrebbero maggiormente diffuse alla popolazione. È rischioso dire alla gente di non muoversi, specialmente se poi le previsioni non si rivelano perfettamente fondate, ma è necessario. Faccio un esempio: quando si allagano le strade, la gente prende la macchina e scappa. È la cosa peggiore da fare: basta che l’acqua arriva allo sportello e la macchina inizia a galleggiare, per poi essere trascinata per diversi chilometri. Le auto sono a tenuta stagna, galleggiano e vengono trascinate: l’alluvione nelle Marche purtroppo ne è una triste dimostrazione.
In caso di alluvione, è bene non prendere la macchina, salire ove possibile ai piani alti, mantenere la calma e attendere che il peggio passi senza esporsi inutilmente a rischi. Il tempo va rispettato, noi facciamo parte di una cultura che ci mette quasi sempre in competizione con la natura ma questo non sempre è giusto né permesso. Ci sono molte culture, come quelle precolombiane, che vivevano a contatto con la natura e sapevano rispettarla. Noi invece a volte ci sentiamo superiori, serve attenzione“.