Niente di buono sul fronte agricolo. In 15 anni in Italia sono andati perduti 200mila ettari di frutteti. I dati sono stati diffusi da Coldiretti e Filiera Italia al salone Fruit Logistica di Berlino.
Siamo scesi per la prima volta sotto la soglia dei 500mila ettari coltivati a frutta e agrumi. Altri 100mila ettari di superficie coltivata a ortaggi, legumi e patate sono stati abbandonati dal 2010 ad oggi.
Secondo i dati Cso Italy, negli ultimi cinque anni gli italiani, complice l’inflazione, hanno tagliato il loro consumo di frutta di 21 chilogrammi, altri 19 chilogrammi sono stati tagliati dal consumo di ortaggi, con un impoverimento generale della dieta.
Tra le cause di questo abbandono delle terre giocano un ruolo i prezzi troppo bassi pagati al produttore, che spesso non coprono neanche le spese di produzione. Altro fattore importante sono sti gli effetti della crisi climatica che ha reso comuni eventi estremi come alluvioni, che ricorda Coldiretti Nel 2023 le alluvioni avevano causato un calo del 63% del raccolto di pere e del 30% di quello di pesche e nettarine, poi la siccità prolungate che nel 2024 ha tagliato di quasi il 20% la produzione di agrumi, mentre quella del kiwi è crollata del 50% a causa della moria, con danni anche a nocciole e ciliegie.
Ancora, un ruolo è stato giocato da malattie aliene e insetti come la cimice asiatica o il cinipide galligeno che ha decimato le castagne, o ancora la Drosophila suzukii il moscerino killer che ha attacca ciliegi.
Tra gli animali che hanno causato danni all’agricoltura vanno menzionati i cinghiali selvatici e il parrocchetto monaco, un pappagallino originario del Sudamerica che si è riprodotto enormemente grazie all’innalzamento delle temperature e si nutre di frutta e mandorle nel Centro Sud.
In Italia si importa più ortofrutta di quella che si esporta. Ciò, secondo Coldiretti, è imputabile alla riduzione del numero di fitofarmaci ammessi nell’Unione senza che sia aumentata la possibilità di accesso ai Tea, non Ogm per il miglioramento genetico. Altro nodo problematico è la mancanza di reciprocità tra le regole che i Paesi non Ue devono rispettare e quelle imposte all’interno dell’Unione, con un minore costo di produzione più basso e l’uso di pesticidi che rende i prodotti extra Ue più competitivi.
Con +30% allarmi alimentari su frutta e verdura straniere occorre far valere il principio di reciprocità negli scambi commerciali, sia a livello comunitario che extra Ue, per tutelare la salute dei consumatori e l’attività degli agricoltori italiani dalla concorrenza sleale
— Coldiretti (@coldiretti) February 5, 2025
Di fronte a questo scenario a tinte fosche, la richiesta di Coldiretti è di “Incentivare il livello di aggregazione, stimolando i processi di fusione ed aggregazione delle strutture, rendendo più attrattiva l’adesione alle OP, anche introducendo nuove misure finanziabili nei piani operativi, come interventi per combatte gli effetti dei cambiamenti climatici (sistemi di risparmio idrico, invasi, etc.), imballaggi ecologici, compostabili, riutilizzabili, etc., assicurazione dei crediti commerciali, fondi di mutualizzazione.”
Gathering the whole world in a spirit of friendship, solidarity and fair play.
That’s the goal of the #Olympics … and it’s ours too! With trade visitors from 145 countries we’re the world’s most international fresh produce trade show.
Good luck to all participants! pic.twitter.com/GKJsGopG46
— FRUIT LOGISTICA (@Fruit_Logistica) July 26, 2024