ClimateFish, il database dei pesci sentinelle del cambiamento climatico

Un lavoro realizzato da vari istituti italiani e internazionali conferma la meridionalizzazione e la tropicalizzazione del Mediterraneo.

Si chiama ClimateFish ed è un database open access di 15 diverse specie di pesci, considerati vere e proprie sentinelle del cambiamento climatico nel Mediterraneo. Un lavoro, pubblicato su Frontiers, e realizzato dal biologo marino Ernesto Azzurro dell’Istituto per le Risorse Biologiche e le Biotecnologie Marine del Cnr, in collaborazione con il Centro Ricerche Enea di Santa Teresa (La Spezia) e altri istituti internazionali.

Tra le 15 specie di pesci, sette sono autoctone e ampiamente distribuite nel Mediterraneo, mentre altre otto sono esotiche e provenienti dal Mar Rosso. Gli esemplari censiti negli ultimi 13 anni, in oltre 3000 area di sette diversi Paesi del Mediterraneo, sono stati oltre centomila. Le più rappresentate sono la donzella pavonina e la salpa, anche se quest’ultima appare in declino per l’aumento delle temperature e per la competizione con erbivori tropicali.

Le specie esotiche si concentrano nell’area orientale del Mediterraneo, dove il riscaldamento delle acque è particolarmente accelerato, come ad esempio a Sud di Creta. Con l’aumento progressivo delle temperature di tutto il Mediterraneo, per via dei cambiamenti climatici, il loro numero è però destinato ad aumentare.

Con circa 700 specie ittiche diverse e un tasso di riscaldamento circa tre volte più veloce rispetto all’oceano, il Mediterraneo è un hot-spot per la biodiversità e per lo studio del cambiamento climatico. Le analisi confermano i fenomeni della meridionalizzazione, con specie autoctone che si spostano verso Nord, e della tropicalizzazione, con specie di origine tropicale che diventano sempre più presenti nel Mediterraneo. Il numero delle specie aliene, negli ultimi 20 anni, è più che raddoppiato, passando dalle 90 del 2002 alle 188 del 2020. Il censimento di ClimateFish ha coinvolto, oltre ai ricercatori, sia subacquei che pescatori locali.

Ernesto Azzurro, ricercatore dell’Irbim-Cnr e ‘padre’ del progetto ClimateFish, a TeleAmbiente spiega come funziona il sistema di monitoraggio della fauna ittica costiera del Mediterraneo in relazione ai dati climatici e non solo (aumento della temperatura, aumento della salinità e altri fattori di natura antropica).

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