Tre di questi (contro Portogallo, Svizzera e Norvegia) sono in fase avanzata.
Sono otto i ricorsi presentati sul clima alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo. Lo ha annunciato Robert Spanò, il presidente islandese (ma di origini italiane) della Cedu: “Gli otto ricorsi concernono i cambiamenti climatici e il loro impatto sui diritti umani. Tre di questi, contro il Portogallo, la Svizzera e la Norvegia, sono stati comunicati ai governi e quindi sono in una fase più avanzata. Nei prossimi mesi è molto probabile che la Corte si pronunci su questioni molto importanti che riguardano questo tipo di ricorsi“.
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“Una delle questioni concerne la domanda se gli individui che hanno fatto ricorso possono essere considerate vittime nel senso che la Cedu dà a questo termine” – ha aggiunto Robert Spanò – “Inoltre la Corte deve stabilire se prima di portare il loro caso a Strasburgo le persone debbano fare ricorso davanti ai tribunali del loro Paese, un elemento chiave per decidere se un ricorso è ammissibile o meno”.
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Il presidente della Corte europea dei diritti dell’uomo ha poi precisato che le decisioni in merito evidenzieranno se la Convenzione europea dei diritti umani è sufficiente a difendere il diritto a un ambiente sano, oppure se è necessario un nuovo protocollo, come chiesto qualche mese fa dall’assemblea parlamentare del consiglio d’Europa.