Il rapporto del McKinsey Global Institute analizza le conseguenze di un mondo senza decarbonizzazione, studiando sia gli effetti fisici che quelli economici: dalle ondate di calore letali in India alla sparizione della fascia mediterranea.
Ondate di calore letali in India, la fascia mediterranea a rischio, ma anche il crollo dell’economia e dell’agricoltura in molte zone del paese. Questa è la previsione contenuta nel rapporto “Climate Risk and response. Physical hazards and socioeconomic impacts” prodotto dal McKinsey Global Institute .
Il rapporto tiene in considerazione un mondo in cui non si è agito in ambito di riduzione di CO2 (quello che l’IPCC considera il “Worst case scenario”) e analizza in primis le sette caratteristiche di quello che viene chiamato “Rischio climatico Fisico”, ovvero tutti gli impatti fisici sull’ambiente del riscaldamento globale dividendo il pianeta in 6 zone climatiche.
Quelle più a rischio risultano le zone già vicine alle soglie di rischio fisico e biologico. Citando il report:
- Entro il 2050, in uno scenario RCP 8.5, il numero di persone che vivono in aree con una probabilità diversa da zero di ondate di calore letali aumenterebbe da zero a oggi tra 700 milioni e 1,2 miliardi. Le aree urbane in India e Pakistan possono essere i primi posti al mondo a sperimentare tali ondate di calore letali. Per le persone che vivono in queste regioni, la probabilità media annua di sperimentare tale ondata di calore dovrebbe salire al 14 percento entro il 2050.
Ciò significa che in uno scenario RCP 8.5 (ovvero quello con intervento umano zero, da 700 milioni a 1,2 miliardi di persone, entro il 2050, vivranno in zone a rischio di ondate di calori letali per l’essere umano. In più, circa 160-200 milioni di loro – situati per lo più in India – saranno già gravemente a rischio entro il 2030.
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Il rapporto poi si focalizza sull’aspetto finanziario legato ai cambiamenti climatici, principalmente legati a settori come quello finanziario ed assicurativo, sempre più interessati alle conseguenze del cambiamento climatico, ad esempio sul settore immobiliare.
In Florida per esempio la svalutazione delle case esposte ad alluvioni e innalzamento del mare ammonterà a 30-80 miliardi di dollari. Un altro esempio contenuto nel rapporto è quello della città di Ho Chi Minh, dove le perdite dovute al clima, si legge, raggiungeranno 200 milioni-un miliardo di dollari nel 2050.
E poi ci sono le ore di lavoro in calo a causa del calore, con una perdita che entro il 2050 andrà da 4 a 6 trilioni (miliardi di miliardi) di euro e dal 2 al 3,5 del Pil mondiale. Un’altra conseguenza, dovuta alle crisi agricole, sarà un aumento del prezzo degli alimentari, del “cento per cento”, a breve termine.
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Cambierà anche la situazione in Europa, con un Mediterraneo che diventerà sempre più caldo mettendo a rischio industrie importanti come l’agricoltura e il turismo. Entro il 2050 i paesi mediterranei subiranno eventi di siccità almeno 6 mesi l’anno. Al contrario i paesi del Nord Europa potrebbero diventare destinazioni molto più piacevoli per le vacanze, cambiando i flussi dei visitatori e aumentando le diseguaglianze.
Il rapporto McKinsey si conclude sottolineando cosa si può fare di concreto per affrontare le conseguenze del cambiamento climatico, alcune delle quali definite “ormai inevitabili”. Citando il rapporto:
- Di fronte a queste sfide, i politici e i leader aziendali dovranno mettere a punto gli strumenti, le analisi, i processi e la governance giusti per valutare correttamente il rischio climatico, adattarsi all’aumento di temperatura inevitabile e decarbonizzare per ridurre l’ulteriore aumento. Proprio come pensare ai sistemi di informazione e ai cyber-rischi si è integrato nel processo decisionale delle aziende e del settore pubblico, i cambiamenti climatici dovranno anche essere considerati un fattore importante. Per le aziende, ciò significherà tenere conto delle considerazioni sul clima quando si considerano l’allocazione del capitale, lo sviluppo di prodotti o servizi e la gestione della catena di approvvigionamento. Per le città, l’attenzione al clima diventerà essenziale per le decisioni di pianificazione urbana. Le istituzioni finanziarie potrebbero considerare i rischi climatici nei loro portfolio di investimenti.Lo sviluppo di una solida comprensione è complesso e richiederà anche l’uso di nuovi strumenti, metriche e analisi.
Per McKinsey infatti la lotta al cambiamento climatico può essere anche una fonte di guadagno dal punto di vista economico, valorizzando “gli investimenti nella decarbonizzazione che dovranno essere considerati in parallelo con gli investimenti sull’ adattamento (ai cambiamenti climatici), in particolare nella transizione verso le energie rinnovabili.”
Ecco una sintesi del Rapporto McKinsey, tradotta in italiano