
I Fridays for Future, dopo la seconda Assemblea nazionale appena chiusa a Napoli, lanciano il quarto sciopero globale per il clima il prossimo 29 novembre, a ridosso della COP25 in Cile. Un’altra protesta contro i potenti della terra, le multinazionali e chi detiene il potere economico e politico.
“Sarà una giornata di manifestazione – spiega Edoardo Sturniolo dei Fridays di Torino – nella quale sperimenteranno pratiche, sempre non violente, di blocco e di disobbedienza civile”.
E proprio quella di mettere in atto azioni pacifiche, ma volte a ostacolare attività aziende ritenute inquinanti, come hanno fatto proprio sabato scorso, bloccando l’ingresso del deposito Q8 di San Giovanni a Tediuccio alla periferia est di Napoli, è una delle decisione prese dagli oltre 500 ragazzi, dai 15 ai 30 anni, riunitisi a Napoli il 5 e il 6 ottobre scorso.
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“Siamo contro i potenti della terra, le multinazionali e chi detiene il potere economico e politico”, hanno scritto nel report conclusivo dell’incontro.
Tema chiave dell’Assemblea è stato proprio quello della giustizia climatica e la relativa “necessità che a pagare il prezzo della riconversione ecologica e sistemica sia chi fino ad oggi ha speculato sull’inquinamento della terra, sulle devastazioni ambientali”. La giustizia climatica “è giustizia sociale” e la transizione ecologica “deve essere accompagnata dalla redistribuzione delle ricchezze”.
Il movimento ecologista si intreccia con il femminismo, l’antirazzismo e le battaglie legate ai temi del lavoro, così come a una critica al “sistema patriarcale, sessista, razzista, colonialista, machista”. “Siamo la resistenza”, scrivono sempre gli attivisti.
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Nel corso dell’assemblea a Napoli si è discusso della metanizzazione della Sardegna assumendola come battaglia comune. Milioni di ragazzi sono scesi in piazza il 27 settembre e i politici aveaano promesso di ascoltarli. “Ma non era vero – spiegano gli attivisti – per la regione Sardegna il governo ha confermato di voler proseguire nel piano di metanizzazione dell’Isola. Se realizzato questo progetto porterà nuovo combustibile fossile, quel combustibile responsabile della desertificazione di ampie aree del mondo (il 60% della stessa Sardegna corre questo rischio secondo gli studi dell’Arpas).
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Venendo alle richieste concrete, i Fridays For Future chiedono fermamente: stop ai sussidi ai combustibili fossili, con decarbonizzazione totale entro il 2025, tassazione che colpisca i profitti della produzione, emissioni zero entro il 2030, un investimento nazionale su un trasporto pubblico sostenibile e per tutti. Dismissione rapida di ogni impianto inquinante e sostegno ai No Tav per Val di Susa, No-Grandi navi per Venezia, No Tap per Lecce. Lotta, invece, all’Enel per Civitavecchia e alla Snam per l’Abruzzo. “L’unica grande opera è la bonifica e la messa in sicurezza dei territori”, affermano.
“Esigiamo un ripensamento della didattica in ottica ecologistica, investimenti ricerca. Non vogliamo che il Miur faccio operazioni di greenwashing ma che sospenda immediatamente ogni accordo con le multinazionali e con le aziende inquinanti”.
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