Laurence Tubiana, tra gli artefici degli accordi di Parigi, teme che la pandemia del coronavirus possa spingere i governi a rimandare le azioni per ridurre le emissioni e combattere i cambiamenti climatici.
L’ex diplomatica francese Laurence Tubiana ha detto ai governi di non rivedere i propri piani sulle emissioni per colpa del coronavirus: “In un certo modo questo rappresenta un avvertimento: i virus non rispettano i confini e neanche i cambiamenti climatici lo fanno. Non affrontare la crisi climatica porterà agli stessi risultati”.
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Tubiana, tra gli architetti degli accordi di Parigi, si è espressa a causa delle preoccupazioni sul fatto che i danni economici causati dalla diffusione del virus distrarranno i governi dagli sforzi per ridurre le emissioni. Le Nazioni Unite sono ancora intenzionate a tenere il COP26, il summit sul clima che si svolgerà a novembre Glasgow, ritenuto da molti il più importante dagli accordi del 2015.
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Tuttavia, alcuni incontri iniziali previsti per aprile sono stati rinviati o rimandati. “Penso sia un po’ prematuro parlare di rinvii” ha spiegato un portavoce dello United Nations Framework Convention on Climate Change. Firmando gli accordi di Parigi i paesi hanno promesso di ridurre le proprie emissioni. Ad oggi però sono necessari dei tagli ancora più drastici per evitare un aumento delle temperature che secondo gli scienziati renderebbe il pianeta inabitabile.
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“La crisi climatica non è scomparsa” ha spiegato Tubiana, ora a capo di European Climate Foundation, aggiungendo che il virus ha mostrato “la vulnerabilità del sistema internazionale in modo molto molto violento”.