Clima, Italia in linea con gli obiettivi nazionali 2020 di riduzione delle emissioni

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Clima. L’Italia è in linea con gli obiettivi nazionali 2020 di riduzione delle emissioni nell’aria di ossidi di azoto, anidride solforosa e ammoniaca. A renderlo noto è l’ultimo rapporto dell’Agenzia Europea per l’Ambiente sull’applicazione della direttiva Nec, che stabilisce limiti di emissioni nazionali specifici per inquinanti legati a piogge acide, eutrofizzazione delle acque e formazione di ozono a livello del suolo.

Dal rapporto emerge però anche la necessità di compiere qualche sforzo supplementare per raggiungere gli obiettivi anche sulle riduzioni di emissioni di composti organici volatili, componenti generate da solventi e dai mezzi di trasporto.

Allargando l’analisi anche agli altri paesi europei, salta subito agli occhi come la maggioranza ha ancora molta strada da fare per raggiungere gli obiettivi al 2030, stabiliti da una revisione della direttiva 2016 che ha incluso il particolato fine PM 2.5.

L’Italia e tra i 17 Paesi che hanno presentato una bozza per il controllo dell’inquinamento dell’aria a livello nazionale.

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Cosa prevede la Direttiva Nec:

Il decreto legislativo 81/2018, in materia di riduzione delle emissioni nazionali di determinati inquinanti atmosferici, è entrato in vigore il 17 luglio 2018 e rappresenta l’attuazione della Direttiva (UE) 2016/2284 (Direttiva NEC – Nationale Emmission Ceiling).

Il provvedimento tende a promuovere il raggiungimento di livelli di qualità dell’aria che non causino impatti negativi e rischi significativi per la salute umana e l’ambiente attraverso diverse azioni:

  • impegni nazionali di riduzione delle emissioni di origine antropica,
  • elaborazione, adozione e attuazione di programmi nazionali di controllo dell’inquinamento atmosferico,
  • obblighi di monitoraggio delle emissioni delle sostanze inquinanti e degli impatti dell’inquinamento atmosferico sugli ecosistemi,
  • obblighi di comunicazione degli atti e delle informazioni connesse agli adempimenti sopra elencati,
  • una più efficace informazione rivolta ai cittadini.

Il decreto introduce dunque una serie di norme volte a raggiungere i seguenti obiettivi:

  1. ridurre il complesso delle emissioni nazionali annue di origine antropica di una serie di sostanze per rispettare specifici livelli entro il 2020 e il 2030;
  2. attivare il monitoraggio delle emissioni di una serie di sostanze per cui non sono previsti obblighi di riduzione delle emissioni;
  3. ottenere, attraverso un sistema di monitoraggio, dati relativi agli impatti dell’inquinamento atmosferico sugli ecosistemi.

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Gli inquinanti atmosferici di cui è prevista la riduzione delle emissioni sono: biossido di zolfo, ossidi di azoto, composti organici volatili non metanici, ammoniaca, PM2,5 e altre sostanze inquinanti (metalli pesanti, IPA, Benzo(a)pirene, diossine/furani, …).

Gli impegni nazionali di riduzione delle emissioni consistono nella riduzione delle emissioni annue di origine antropica di questi inquinanti entro il 2020 ed il 2030 nella misura prevista dall’allegato II (il livello 2020 va comunque mantenuto fino al 2029); ridotte poi nel 2025 a livelli da fissare secondo una traiettoria lineare di riduzione stabilita tra i livelli definiti dagli impegni di riduzione delle emissioni per il 2020 e il 2030.

La traiettoria va individuata nel programma nazionale di controllo e monitoraggio dell’inquinamento atmosferico.

Restano escluse dal conteggio le emissioni degli aeromobili al di fuori del ciclo di atterraggio e decollo, le emissioni prodotte dal traffico marittimo internazionale, nonché le emissioni di ossidi di azoto e composti organici volatili non metanici prodotte da attività di cui alle categorie 3B e 3D della nomenclatura 2014 per la Convenzione LRTAP.

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