
Clima ed Energia.
Mancava solo lei all’appello della Commissione Europea, ma alla fine la Spagna è riuscita a presentare a Bruxelles il suo Piano Integrato per l’Energia ed il Clima al 2030(PNIEC).
Il documento presentato impone una forte decarbonizzazione del mix energetico nazionale portando le fonti rinnovabili al 74% della generazione di elettricità.
Il PNIEC trasmesso a Bruxelles, prevede:
- incremento della capacità installatanelle tecnologie rinnovabili al 2030 rispetto a oggi
Il raddoppio della potenza “green” nel settore elettrico (che in dieci anni dovrà passare dai 60 GW odierni ai 120 GW) sarà principalmente dovuto al fotovoltaico (tratta sempre da pag. 41 del documento), mentre spetterà all’eolico il primato di potenza installata con 50GW.
- azzeramento del carbone
- ridimensionamento del nucleare, con un ruolo stabile per i cicli combinati a gas.
- 7 GW di solare termodinamico
- 6 GW di accumuli(Bombeo Puro nella tabella: si parla di pompaggio idroelettrico e batterie).
Il Piano Energia e Clima iberico punta insomma a coprire con le rinnovabili il 42% dei consumi finali di energia, oltre a migliorare l’efficienza energetica del 39,6% e tagliare circa cento milioni di tonnellate (Mt) di CO2 equivalente, portando le emissioni totali di gas-serra da 327 Mt stimate nel 2020 a 226 Mt nel 2030, grazie alle riduzioni particolarmente rilevanti di anidride carbonica in campo elettrico e nei trasporti.
Per quanto riguarda i trasporti, il PNIEC scommette sulla progressiva elettrificazione dei veicoli con 5 milioni di mezzi elettrici plug-in nel 2030 (pari al 16% dell’intero parco circolante stimato a quella data) e l’utilizzo di biocarburanti avanzati.
Con il Piano, la Spagna pensa di smobilitare investimenti per 236 miliardi di euro tra 2021 e 2030 e di ridurre la dipendenza energetica di circa 15 punti percentuali (59% nel 2030 vs 74% nel 2017), risparmiando così circa 75 miliardi di euro in totale per le minori importazioni di combustibili fossili.
Ma non è tutto, rispetto allo scenario tendenziale, il PNIEC dovrebbe creare fino a 364.000 nuovi posti di lavoro.
Un piano molto ambizioso, che potrebbe però non venir mai attuato.
Il 28 aprile infatti, la Spagna andrà alle elezione anticipate a causa della crisi politica che ha coinvolto l’Esecutivo e che ha portato alla perdita della maggioranza in Parlamento.
Chissà se i successori di Pedro Sánchez e del Ministro della Transizione ecologica, Teresa Ribera, rinnoveranno la bozza del PNIEC presentato oggi, portando a termine la “spinta verde” dell’attuale governo socialista.
A questo proposito, nei mesi scorsi la Spagna ha varato una legge rivoluzionaria per favorire l’autoconsumo energetico collettivo.