Sessantasei Paesi hanno espresso l’intenzione di raggiungere un’economia a zero emissioni di diossido di carbonio, entro il 2050. A questi si aggiungono: 10 regioni, 102 città, 93 aziende e 12 investitori, si legge in un comunicato del segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres.
“L’emergenza climatica è una gara che stiamo perdendo, ma possiamo vincerla“, il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres. 66 Paesi si aggiungono a 10 regioni, 102 città e 93 imprese che si sono impegnati a raggiungere l’obiettivo “zero emissioni” entro la metà del secolo, obiettivo ideale fissato dagli scienziati per contenere il riscaldamento della Terra, nei limiti fissati dall‘accordo di Parigi del 2015. L’annuncio arriva nel corso del Climate action summit in corso questa settimana a New York.
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L’annuncio è arrivato nel corso del Climate action summit di New York.
“Greta ha usato una parola potentissima “ unstoppable”, saremo inarrestabili nella nostre richieste. Bene gli impegni presi dai Paesi. Spesso abbiamo visto Paesi impegnarsi e assumersi delle responsabilità che poi però molto lentamente si trasformano in impegno. – ha commentato Rossella Muroni, Liberi e Uguali – Noi saremo “unstoppable” nell’incalzare anche una coerenza su questi impegni, altrimenti è bene a Greta e alla generazione che rappresenta che non abbiamo intenzione di fare nulla per il loro futuro, non so chi voglia assumersi questa responsabilità”.
“E’ una priorità del nostro tempo, l’assemblea generale dell’ONU ha messo al centro il tema del contrasto ai cambiamenti climatici, la misura dell’urgenza e non rinviabilità, come ci ha ricordato Greta e i tanti giovani scesi in piazza e che scenderanno anche in occasione del prossimo appuntamento dello sciopero sul clima. – afferma Chiara Braga, Partito Democratico – Credo che anche l’Italia lo debba fare, nel rivedere al rialzo gli obiettivi del Piano energia clima, tenendo conto che quanto ci siamo impegnati a fare con l’accordo di Parigi richiede scelte radicali e coraggiose“.
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“Se l’Europa ha innalzato i propri obiettivi di diminuzione delle emissioni CO2 è stato per la spinta dell’Italia. Con lo scorso governo siamo andati in Europa e abbiamo fatto la differenza facendo aumentare gli obiettivi, sia per quanto riguarda le energie rinnovabili sia per quanto riguarda l’abbassamento delle emissioni delle automobili e appunto dei camion. Siamo stati proprio noi italiani a spingere questo senso, continuiamo in questa strada”, ribadisce Gianni Girotto, M5S.
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“All’ordine del giorno c’è un decreto ambiente che però ha già avuto alcuni stop per le crisi all’interno della maggioranza, quindi non si sa bene effettivamente se le grandi promesse, fatte anche dal premier Conte durante il suo discorso di insediamento del nuovo governo, effettivamente saranno poi anche delle azioni concrete. – commenta Sara Cunial, Gruppo MIsto – Camera dei Deputati, in occasione del Festival della Decrescita Felice – Come i Fridays For Future, ci sono veramente tantissimi movimenti, nati già molto tempo fa, che stanno continuando ad insegnarci che nonostante tutto, nonostante i problemi, nonostante le difficoltà, anche spesso burocratiche, loro vanno avanti, vanno avanti e ci insegnano veramente delle alternative pratiche che ogni giorno tutti noi possiamo applicare nelle nostre azioni quotidiane. Mi auguro che si cominci a lavorare per quello che è stato promesso, non solo in campagna elettorale, da tutte le forze presenti anche nel nuovo governo“.
Al Climate Action Summit ha inviato un videomessaggio anche Papa Francesco: “A quattro anni da quell’accordo storico sul clima, siglato a Parigi si osserva come gli impegni assunti dagli Stati sono ancora molto ‘fluidi’ e lontani dal raggiungere gli obiettivi fissati. Accanto a tante iniziative, non solo da parte dei governi ma dell’intera società civile, è necessario chiedersi se vi sia una reale volontà politica di destinare maggiori risorse umane, finanziarie e tecnologiche per mitigare gli effetti negativi del cambiamento climatico e aiutare le popolazioni più povere e vulnerabili, che sono quelle che ne soffrono maggiormente“. “Anche se la situazione non è buona e il pianeta ne soffre – ha detto Papa Francesco – la finestra per un`opportunità è ancora aperta. Ancora siamo in tempo. Non lasciamo che si chiuda”
Nel frattempo i ragazzi del movimento Fridays For Future si preparano a scendere in piazza venerdì 27 settembre per il terzo sciopero globale per il clima. Il Ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, si schiera dalla parte del clima e dei ragazzi: ecologia e ambiente come materie scolastiche e assenze giustificate per chi partecipa allo sciopero globale del clima.
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“Credo che abbia dato un messaggio di sostegno, di appoggio e anche di speranza rispetto a questi ragazzi che si impegnano. E’ stato anche esposto lo striscione Global strike sulla facciata del Ministero dell’Istruzione: per tanti di noi che si sono impegnati, anche nel movimento studentesco, spesso quello è stato un fortino arroccato e il fatto che Lorenzo sta cercando di aprirlo al territorio e ai giovani è un segnale positivo”, commenta Rossella Muroni, Liberi e Uguali.
Lo sciopero di venerdì è un appuntamento decisivo per il futuro e il fatto che i giovani se ne facciano carico è molto incoraggiante. – afferma Chiara Braga, Partito Democratico – La politica deve essere al loro fianco ed essere coerente e responsabile con quanto dice e con quanto afferma proprio nei confronti delle giovani generazioni”.
Elenco completo di tutti i Paesi che hanno dichiarato emissioni zero entro il 2050:
- Antigua e Barbuda
- Argentina
- Austria
- Bahamas
- Barbados
- Belgio
- Belize
- Benin
- Cabo Verde
- Cile
- Colombia
- Comore
- Isole Cook
- Costa Rica
- Danimarca
- Dominica
- Repubblica Dominicana
- Estonia
- Etiopia
- Unione europea
- Federated Stated of Micronesia
- Figi
- Finlandia
- Francia
- Germania
- Grenada
- Guyana
- Islanda
- Irlanda
- Italia
- Giamaica
- Kiribati
- Libano
- Lussemburgo
- Maldive
- Mauritius
- Messico
- Monaco
- Namibia
- Nauru
- Paesi Bassi
- Nuova Zelanda
- Nicaragua
- Niue
- Palau
- Papua Nuova Guinea
- Portogallo
- Repubblica delle Isole Marshall
- Samoa
- Seychelles
- Isole Salomone
- Sudan del Sud
- Spagna
- St. Kitts e Nevis
- St. Lucia
- St. Vincent e Grenadine
- Suriname
- Svezia
- Svizzera
- Timor Est
- Tonga
- Trinidad e Tobago
- Tuvalu
- Regno Unito
- Uruguay
- Vanuatu