L’intervento del filosofo e psicoterapeuta alla 54ª edizione della Barcolana, con un messaggio sul clima e un appello sia alla politica che ai giovani.
“Non arriveremo al 2050, perché non stiamo facendo niente per salvare la Terra“. Questo il messaggio di Umberto Galimberti, a margine del suo intervento al Barcolana Sea Summit. Il filosofo e psicoterapeuta ha spiegato che per salvare il Pianeta, occorre riunciare al profitto, e di non credere che l’uomo sia in grado di farlo per contrastare la crisi del clima.
Facendo l’esempio della riapertura di centrali a carbone con la crisi energetica, il filosofo ha spiegato che non siamo ancora abbastanza consapevoli del disastro di cui siamo responsabili e poi spiega: “Questo inverno la temperatura sarà di un grado superiore alla media: è tanto! Non abbiamo nessuna percezione della gravità della situazione, a differenza dei giovani“. Ed è proprio all’attivismo giovanile che Umberto Galimberti si rivolge: “Il Papa li ha incoraggiati a fare chiasso, ma senza armi di ricatto non si risolve granché. L’Occidente va avanti assumendo il denaro come generatore simbolico di tutti i valori, così non possiamo pensare di risolvere i problemi della Terra. Il problema è che possiamo vivere solo qui sulla Terra“.
Un altro monito viene lanciato alla politica. “Si dice: ‘Speriamo, auspichiamo, auguriamoci’… Cosa vuole dire? Sono tutte parole della passività, giustamente Pasolini aveva tolto la speranza dal suo vocabolario” – ha spiegato Umberto Galimberti – “Diciamolo chiaramente: la speranza non esiste. Sono convinto che i giovani bevano tanto, si droghino non per il piacere che queste sostanze possano dare ma come anestetico per seppellire l’angoscia che viene loro quando pensano al futuro“.