
Poche ore dopo la denuncia di quattro associazioni ambientaliste, il Sudafrica ha concesso alla multinazionale del fossile nuove trivellazioni per petrolio e gas.
TotalEnergies nell’occhio del ciclone. Quattro diverse organizzazioni non governative, impegnate nella difesa del clima e dell’ambiente, hanno deciso di fare causa alla multinazionale petrolifera francese. E poche ore dopo l’annuncio, che riguarda alcuni progetti in Africa, e in particolare in Uganda e Tanzania, è arrivata una nuova notizia che farà infuriare gli ambientalisti.
TotalEnergies denunciata dalle ong
La denuncia è stata presentata lo scorso 22 settembre da quattro associazioni: Darwin Climax Coalitions, Sea Shepherd France, Wild Legal e Stop EACOP-Stop Total in Uganda. Nel mirino delle ong c’è il progetto petrolifero EACOP, che TotalEnergies sta portando avanti in Tanzania e in Uganda, e che secondo gli ambientalisti va assolutamente fermato.
TotalEnergies, accuse penali per il clima
La denuncia, avvenuta in sede penale, chiede che vengano riconosciuti alcuni reati commessi da TotalEnergies. Secondo i legali delle ong, si tratterebbe di: lesioni personali non intenzionali; distruzione, danneggiamento o deterioramento di beni di proprietà altrui tali da creare un pericolo per le persone; omicidio colposo; omissione di soccorso.
TotalEnergies, l’accusa delle ong
“In un momento in cui le Nazioni Unite si dicono preoccupate per il collasso climatico in corso, TotalEnergies non deve più continuare ad alimentare il cambiamento climatico consapevolmente, liberamente e impunemente” – hanno spiegato gli avvocati delle ong, William Bourdon e Vincent Brengarth – “È ora che la società sia chiamata a rispondere delle sue attività. La nostra denuncia è senza precedenti perché portiamo TotalEnergies davanti a un tribunale penale per atti che sono simili al cambiamento climatico, e che finora sono stati portati solo davanti a tribunali civili“.
TotalEnergies, il progetto in Uganda e Tanzania
TotalEnergies, dal canto suo, ha replicato così all’annuncio dei legali delle ong: “La società non è a conoscenza di questa denuncia e non sa di cosa si tratti, conduce le sue operazioni in conformità con i suoi standard operativi e con le leggi e i regolamenti. Se necessario, risponderà alle richieste delle autorità“.
La multinazionale petrolifera, insieme alla società cinese CNOOC, ha annunciato nel 2022 un accordo di investimento da 10 miliardi per costruire un oledotto riscaldato (EACOP) che collegherà giacimenti situati in Uganda con la costa della Tanzania sull’Oceano Indiano. Un progetto simile comporterà la trivellazione di quasi 400 pozzi petroliferi nel parco naturale delle cascate Murchison del Nilo Bianco, una riserva di biodiversità immersa nel parco nazionale più grande dell’Uganda.
TotalEnergies si espande in Africa
Secondo le ong, che hanno deciso di portare in tribunale TotalEnergies, il progetto “causerebbe grandi spostamenti di popolazione, impoverirebbe le comunità locali, impatterebbe sulle numerose aree naturali e aggraverebbe la crisi climatica“.
Intanto, però, la multinazionale tira dritto e, notizia delle ultime ore, è riuscita a ottenere dal Sudafrica le concessioni per nuove trivellazioni offshore alla ricerca di gas naturale e petrolio. L’area di interesse, di circa 10mila km², si trova tra Città del Capo e Capo Agulhas, ad una profondità compresa tra i 700 e i 3.200 metri, con il punto vicino a 60 km dalla costa e quello più lontano a 170 km.
Barbara Creecy, ministra sudafricana dell’Ambiente, ha ignorato gli appelli degli ambientalisti e ha motivato così la propria decisione: “Tutti i progetti sono stati valutati in modo adeguato ed è stato accertato il basso impatto sull’ambiente“.